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30 Dicembre 2021 - 07:00
Lo scontro nella maggioranza si è aperto sulla possibilità di introdurre l’obbligo di Super Green Pass per alcune categorie di lavoratori e, al contempo, ridurre la quarantena dei vaccinati in caso di contagio per non fermare l’Italia di fronte alla corsa di Omicron. Questo ha prolungato fino a tarda sera il Consiglio dei Ministri che ha dato l’ultimo “giro di vite” alle misure per contrastare la pandemia prima di fine anno. Quarantena azzerata ai vaccinati da meno di quattro mesi e a quelli con dose “booster”, estensione del Super Green pass nell'ambito dei trasporti a lunga percorrenza, fiere e impianti da sci e prezzi calmierati per le mascherine Ffp2. Questa la decisione arrivata da Palazzo Chigi, ma nessuna stretta sui lavoro. Le indicazioni del Cts, nel pomeriggio, erano state molto più severe, arrivando a ipotizzare l’obbligo di Super Green Pass anche per gli addetti di alcune categorie, come ristoranti, trasporti e fiere, mentre l’isolamento dei contagi si sarebbe dovuto articolare in tre modi. Per i non vaccinati, prima categoria, con le attuali regole sulla quarantena di dieci giorni con tampone e quattordici senza, mentre per le persone in possesso del Super Green Pass da oltre 120 giorni, seconda categoria, quarantena di cinque giorni e tampone negativo. Infine, terza categoria, le persone con dose “booster” o con Super Green Pass da meno di 120 giorni, per le quali non sarà più prevista la quarantena ma una forma di autosorveglianza sull’eventuale insorgenza di sintomi seguita, al quinto giorno dal contatto con il contagiato, l’effettuazione di un tampone con esito negativo. Queste le opzioni valutate dall’esecutivo prima di scegliere una via di mezzo. Ancora più rigide, invece, le richieste arrivate dalle Regioni, che avevano proposto di alleggerire e il “contact tracing”, azzerando la quarantena per i vaccinati con terza dose a contatto con un positivo e, in questi casi, tampone solo per chi in seguito dovesse risultare sintomatico, ma anche di introdurre una stretta sui lavoratori. Ovvero, l’introduzione del Super Green Pass sui luoghi di lavoro, ipotesi rinviata in serata ad un prossimo Consiglio dei Ministri. Contraria la Lega: il ministro Giancarlo Giorgetti avrebbe sottolineato la necessità in caso di portare avanti, di pari passo anche una presa di responsabilità da parte dello Stato. Se si volesse estendere l’obbligo del Super Green Pass ai luoghi di lavoro che di fatto diventerebbe un «obbligo vaccinale» per i lavoratori, il ragionamento, lo Stato dovrebbe assumersi la responsabilità per eventuali conseguenze da vaccino ed elencare i cosiddetti “fragili” esenti dall’obbligo.
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