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I No Vax ora corrono, coda per le esenzioni ma anche per la dose

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Che siano quelli dell’ultimo minuto prima della sanzione o della sospensione dal lavoro, fra meno di due settimane, lo si capisce dallo sguardo. Si affaccia torvo, con due occhi freddi da sopra la mascherina. Poi dal tono della voce, capace di rendere un’ammissione quasi un lamento risentito. «Mi hanno obbligato, certo, per questo ho fatto la prima dose: perché ho 61 anni e senza vaccino rischio una sanzione». Sonia è una delle oltre cento persone che, soprattutto ieri mattina, si sono precipitate al centro vaccinale dell’Asl Città di Torino in via Schio. Senza prenotazione, quasi affannati, come hanno fatto in media negli ultimi giorni altri 500 che, per un motivo o per l’altro, avevano segnato come dirimente la data del 31 gennaio. Un vero e proprio ultimatum per oltre 153mila piemontesi.

Da oggi, infatti, chi non sarà in regola con la certificazione vaccinale al di sopra dei 50 anni, ma anche con il ciclo completo a scadenze regolari, rischia una sanzione “una tantum” da 100 euro che sarà elevata dall’Agenzia dell’Entrate attraverso segnalazione del ministero della Salute. «Anche noi siamo No Vax - dichiarano risoluti Nadir e Annalisa - ma abbiamo deciso di farci iniettare questo farmaco, nonostante le preoccupazioni, per proteggere la nostra bambina». Tutt’altro, invece, l’umore di chi si è messo in coda fin dal primo mattino per chiedere l’esenzione all’Asl all’Ufficio di Igiene tra via della Consolata e via San Domenico. Qui la rabbia e la tensione, specie per il terrore di non fare in tempo a ottenerla, si fanno tangibili. L’unica ad ammettere di essere in coda perché ha ben superato la cinquantina, infatti, si sfoga di dover persino attendere, ma poi chiede l’anonimato perché dalla coda si alza la voce di chi le ricorda: «Avrebbe potuto pensarci prima». In attesa c’è anche chi, come Elisabetta e Domenico, invece, attende un certificato di esonero per la gravidanza. È la Babele di chi non ha potuto o voluto ricevere il vaccino, poco meno di 153mila ultracinquantenni su oltre 2 milioni in Piemonte che, nelle prossime ore, cominceranno a dover raccogliere le carte per un eventuale ricorso all’apertura del procedimento ministeriale. Non avranno più di dieci giorni di tempo, infatti, per dimostrare attraverso l’Asl di aver diritto alla propria obiezione vaccinale. Oppure faranno ricorso alla sanzione pecuniaria con altre motivazioni. E il rischio di una pioggia di istanze spaventa non poco la sanità pubblica che dovrà gestirli di conseguenza.

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