Il pene si è allungato di tre centimetri: «Il problema delle dimensioni è reale»
26 Febbraio 2023 - 07:07
Nuovo primato per l'ospedale Molinette di Torino dove, nei giorni scorsi, è stato eseguito il primo caso di trapianto di organi di donatore “a cuore fermo”.
In 30 anni il pene umano si è allungato di tre centimetri. Lo studio della Stanford University, pubblicato sulla rivista The World Journal of Men’s Health, suscita curiosità e sorrisi. Ne abbiamo parlato con il direttore della Clinica Urologica dell’Ospedale Molinette di Torino, il professor Paolo Gontero, per capire quanto c’è di vero e quali possono essere le conseguenze - psicologiche e fisiche - di una tale scoperta. Professore, partiamo dal principio: qual è la lunghezza media del pene oggi? «Le dimensioni medie del pene europeo vanno dai 12 ai 13 centimetri, in erezione. E’ bene tenere a mente che le misurazioni cambiano a seconda delle diverse aree geografiche». Ed è possibile, secondo la sua esperienza, che ci sia stato un allungamento medio, come sostiene lo studio al centro del dibattito? «È una notizia che deve essere presa “con le pinze”. Si tratta di una revisione della letteratura, non di una ricerca sul campo vera e propria. Partiamo col dire che la lunghezza del pene si può misurare in tre modi: in erezione, in flaccidità o tramite lo stretching. Il primo metodo è il più attendibile». E in questo caso l’indagine come è stata condotta? «Gli autori hanno preso in considerazione tutti i lavori esistenti in letteratura in cui la misurazione sia stata fatta da un medico. Così si è osservato che, negli anni, ci sono state delle variazioni». Quindi è vero? «Un attimo. Il trend di crescita è dimostrato solo per i lavori che prendono in considerazione il pene in erezione. Si tratta di 20 studi su 70. Tutti i contributi che valutano la lunghezza in stretching non evidenziano differenze nella misurazione. Questo mi porta ad avere dei dubbi sulle conclusioni del lavoro». Quali posso essere le cause dell’allungamento? «Non sono note, ma si possono fare delle ipotesi. Premesso che il pene di sviluppa nel periodo gestazionale e durante la pubertà, noi sappiamo che fattori ormonali possono condizionarne lo sviluppo. Non ci sono evidenze scientifiche che mi portino a ritenere che lo smog possa influenzare le dimensioni in maniera diretta. Sono più propenso a pensare che il fattore alimentare possa avere un’incidenza, dal momento che alcuni cibi vengono trattati con ormoni che favoriscono lo sviluppo e la crescita. Ma ripeto: siamo nel campo delle ipotesi». A livello di salute per l’uomo cambia qualcosa? «Assolutamente nulla. Diverso sarebbe parlare di riduzione del numero di spermatozoi, che spiegherebbe anche l’aumento dell’infertilità o dell’incidenza dei tumori ai testicoli». In ogni caso, notizie di questo tipo suscitano sempre grande interesse e clamore mediatico. C’è una dimensione psicologica da tenere in considerazione? «Il problema delle dimensioni del pene per il maschio è reale. Spesso l’uomo si sente inadeguato, pur avendo dimensioni assolutamente nella norma. Questo porta a richiedere interventi di allungamento del pene e fa fiorire un mercato molto prospero di “allungatori” di pene». Di cosa si tratta? «Sono degli strumenti che esercitano trazione continue e, a seconda dal tempo di esposizione, possono portare dei benefici». Li consiglierebbe? «Sono metodi che richiedono un certo impegno. Gli allungatori devono essere indossati per diverse ore al giorno, tutti i giorni. In ogni caso, sono argomenti molto delicati. Diciamo che enfatizzare lunghezze eccessive del pene porta a favorire il mercato di questi strumenti e anche di pseudo creme che non hanno alcuna efficacia. Mi preme però sottolineare che spesso si ha una percezione non realistica di quelle che sono le reali dimensioni del proprio pene. Tramite internet vengono proposti modelli enfatizzati, che hanno il solo scopo di veicolare pubblicità occulta che alimenta un mercato che fa promesse di allungamento».
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