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IL REPORT

Sono i regali più acquistati dai torinesi. Ecco quali

Cosa rivela l'indagine Confcommercio sui consumi natalizi?

mercatini natale

A Torino quest’anno la corsa ai pacchetti si fa sentire: cresce la voglia di regali e i torinesi confermano di non voler rinunciare allo shopping di Natale, pur restando attenti al budget. La spesa media per i doni si attesta sui 211 euro a testa e oltre la metà delle persone si colloca nella fascia tra 100 e 300 euro, indice di una voglia di festeggiare che resta viva ma misurata.

I regali più scelti

In cima alla lista dei regali più acquistati ci sono i prodotti enogastronomici, che conquistano quasi un quinto delle preferenze e raccontano la passione tutta torinese per cesti golosi, bottiglie importanti e specialità del territorio. Subito dietro spiccano i trattamenti di bellezza e di cura della persona, seguiti da capi d’abbigliamento, calzature e articoli sportivi: doni che puntano al benessere e all’utilità quotidiana, più che all’effetto sorpresa di un tempo. Accanto ai pacchetti tradizionali avanzano con decisione le esperienze immateriali, come abbonamenti a piattaforme streaming, biglietti per concerti, spettacoli e altri contenuti digitali, sempre più scelti per i più giovani o come regalo “da condividere” tra amici e famiglia.
Rispetto al 2024, sono in crescita regali inerenti alla tecnologia ma anche orologi e gioielli.

Chi compra di più

Se si guarda al quadro complessivo, oltre otto italiani su dieci dichiarano di acquistare regali di Natale, un dato in crescita rispetto allo scorso anno e che nel Nord Ovest arriva a toccare l’85%. Qui il profilo più “generoso” è quello delle donne over 55, tradizionalmente in prima linea nell’organizzare le feste, scegliere i pensieri per figli e nipoti e tenere le fila del budget familiare. A Torino il panorama rispecchia il trend nazionale, ma con una caratteristica ben riconoscibile: molti acquisti si concentrano negli ultimissimi giorni prima del 25 dicembre, trasformando le vie dello shopping in una corsa contro il tempo tra luci, vetrine e pacchetti last minute.

Il ritorno del negozio sotto casa

Nel capoluogo piemontese il negozio fisico continua a giocare un ruolo centrale, nonostante gli anni di boom dell’e‑commerce. Circa un torinese su quattro dichiara di comprare esclusivamente nei punti vendita tradizionali, segno che il rito dello shopping di Natale – fatto di consigli, chiacchiere e prove in camerino – non ha perso il suo fascino. «Dopo anni di acquisti digitali, il negozio fisico sta riconquistando l’attenzione delle persone – spiega Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia –. I doni scelti nei negozi del territorio sono fatti con il cuore, aiutati anche dalla competenza e dalla professionalità dei negozianti». Il commercio di vicinato, aggiunge, «si conferma insostituibile per chi cerca autenticità» e, anche nel 2025, i negozi torinesi hanno saputo «rispondere con creatività e competenza, rendendo ogni acquisto un momento speciale». 

L'effetto tredicesima

A sostenere la macchina dei consumi natalizi c’è poi la tredicesima, che quest’anno gioca un ruolo particolarmente importante. Con l’inflazione più sotto controllo, un’occupazione in crescita e una maggiore disponibilità di reddito, la somma complessiva destinata ai consumi legati alla mensilità aggiuntiva raggiunge quasi 50 miliardi di euro, in aumento rispetto allo scorso anno. La spesa media per famiglia sale a poco meno di 2.000 euro, ma solo una parte di questa cifra finisce effettivamente sotto l’albero: oltre un quinto della tredicesima viene utilizzato per le spese della casa e della famiglia, un altro 22% circa viene messo da parte, mentre più del 20% serve a pagare tasse e bollette. Poco meno del 18% viene infine destinato ai regali di Natale.

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