Una storia di famiglia, prima di tutto. Il sogno di un padre che diventa realtà, la volontà di una figlia di stargli accanto e continuare quell’avventura insieme: c’è tutto questo, e molto altro, dietro le porte di un cinematorinese, il Roma Blue di via San Donato 40, ultima sala a luci rosse ancora attiva a Torino, che dopo i sei mesi di chiusura per il Covid-19 ha ora riaperto. Spettacoli dal lunedì alla domenica a partire dalle 10 di mattina: a gestirlo è Francesca Cerra, insieme al marito Maurizio e al padre, Salvatore Cerra, oggi 84enne. «Quella con questo cinema è sempre stata per me una relazione di amore e odio», spiega Francesca. «Da piccola la odiavo perché mi rubava mio padre, impegnato tutti i giorni a mandarla avanti. Ma qui ha potuto realizzare il suo sogno di bambino, quando andava a curiosare nelle cabine di proiezione per capire come funzionava quella magia. Per molti anni mio padre ha fatto il documentarista, nel 1978 ha girato “Il mistero della Sindone” poi, siccome le cose non sono andate bene pur avendo vinto premi importanti, ha cambiato vita ed è diventato esercente». La famiglia Cerra gestisce il cinema Roma Blue dal 1980: nel 2020 era prevista una festa per i 40 anni di attività, poi saltata a causa della pandemia. «All’inizio c’è stato un vero boom, il pubblico era tantissimo: anno dopo anno, prima le tv e poi internet hanno cambiato tutto e sono drasticamente diminuite le sale a luci rosse. Al punto che oggi siamo i soli, per quanto ci risulta, in tutto il Piemonte». In un’Italia bigotta e moralista, i pregiudizi sono sempre molti e non possono evitare di colpire anche una donna che gestisce un cinema a luci rosse. «Ma non me ne sono mai curata, ritengo che qualsiasi lavoro sia onesto, paghiamo le tasse e non facciamo male a nessuno, anzi. Non ho mai avuto nessuna remora». Le limitazioni per l’accesso sono oggi le stesse di tutte le altre sale: capienza limitata (restano 160 posti disponibili), misura delle temperatura all’entrata, mascherina da indossare sempre. «Quello che più ci ostacola è il coprifuoco: dobbiamo chiudere alle 21, troppo presto. C’è ancora un po’ di paura del virus, ma anche la situazione finanziare è peggiorata e ci si pensa una volta in più a spendere per andare al cinema: i clienti però iniziano a tornare». La clientela del Roma Blue oggi è composta soprattutto da persone sopra i 60 anni: «Molti dei nostri spettatori sono ormai storici, vengono qui anche per incontrarsi con gli amici e fare due chiacchiere, oltre che per i film». Ogni mese - non potendo divulgarlo via Internet - la famiglia Cerra realizza un programma cartaceo. «Sicuramente la produzione è calata rispetto agli anni ’80, non ci sono più grandi star molto seguite come Moana e Cicciolina: ogni tanto riproponiamo anche classici del genere. Ma un nome come quello di Rocco Siffredi è ancora oggi capace di far accorrere il pubblico».
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