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17 Giugno 2021 - 08:35
Sarebbe ingiusto e limitante, anche se il rischio è evidente, etichettarlo solamente come il film del ritorno al cinema di Kevin Spacey: perché “L’uomo che disegnò Dio”, diretto da Franco Nero e in corso di lavorazione fino a inizio luglio a Torino, vuole essere molto di più, e anche perché il grande attore statunitense ha partecipato soltanto con un piccolo cameo («Come ho lavorato con lui? È un grande professionista, e come tutti i grandi si è dimostrato molto umile», ha confidato Nero).
La sceneggiatura è ispirata a una storia vera, avvenuta anni fa qui a Torino, di un non vedente capace di ritrarre le persone con la plastilina solo ascoltandone la voce. «Abbiamo preso spunto da lì - spiega il grande Django - per un progetto che mi sento di poter definire molto toccante, delicato, un film di sentimenti e di emozioni. Il mio obiettivo è quello di dimostrare che certa televisione si approfitta delle disgrazie altrui per fare audience. Abbiamo già girato più di metà film, sono molto contento di come sta andando».
Franco Nero, volto notissimo del cinema italiano e internazionale, è molto legato a questo progetto di cui è anche protagonista nel ruolo di un anziano solitario cieco che ha il dono di ritrarre chiunque solo ascoltandone la voce e che finirà suo malgrado sfruttato da un talent show televisivo. «Lavoro da più di 50 anni in un villaggio di orfani a Tivoli, è un po’ la mia missione nella vita, ho spesso a che fare con ragazzi disagiati e poveri. Per questo ho fatto “Forever blues”, il mio esordio alla regia, su un bambino autistico e per questo anche ora al centro c’è una bambina con un ruolo importante. Ho lottato per farcela, ho anche rifiutato due grandi offerte da Hollywood ma ho detto di no, avevo in testa solo questo progetto».
Nel ricco cast messo insieme per “L’uomo che disegnò Dio” c’è anche la torinese Stefania Rocca. «Finalmente sono tornata a girare nella mia città!», commenta lei stessa, co-protagonista insieme a Massimo Ranieri e a un’altra star hollywoodiana, Robert Davi. «Mi fa particolarmente piacere che ciò avvenga per il mio primo film dopo la lunga sosta dovuta alla pandemia, spero sia il primo di una serie di opere che vorrei girare qui».
Tante le location in cui il set si è spostato in città, con il centro delle riprese in un vero tendone da circo allestito al Parco della Pellerina e poi il parco del Valentino e la Galleria Umberto I, oltre all’ex-istituto di riposo per la vecchiaia. Ipotesi di uscita annunciata: inverno 2021.
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