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Il caso

Morto dopo la caduta in bici a Collegno, la famiglia Lancia avvia causa civile contro il Comune

Sul caso è già in corso un procedimento penale, ma i congiunti della vittima non si sono costituiti

Morto dopo la caduta in bici a Collegno, la famiglia Lancia avvia causa civile contro il Comune

La figlia della vittima con gli avvocati dello studio Ambrosio-Commodo

I familiari di Aldovino Lancia, 71 anni, morto nel settembre 2023 dopo una caduta in bicicletta causata dal dissesto di una strada di Collegno, hanno avviato un’azione civile contro il Comune. Sul caso è già in corso un procedimento penale, ma i congiunti della vittima non si sono costituiti. «Si sono rivolti a noi - spiega l’avvocato Renato Ambrosio, dello studio legale Ambrosio e Commodo - non per desiderio di vendetta, ma per esercitare i loro diritti. Non procediamo contro la persona fisica del sindaco, ma contro l’amministrazione cittadina. È una questione di giustizia». La citazione è stata depositata stamani. Dalle carte dell’inchiesta della procura emerge che i periti hanno esaminato il manto stradale: «Era presente una spaccatura larga dieci centimetri, profonda 5-6 centimetri e lunga trenta – spiega l’avvocato Angela Prino –. Una vera trappola. Il cerchione posteriore vi si è infilato e la camera d’aria è esplosa». Secondo quanto emerso nel procedimento penale, fra il 2014 e il 2023 si sarebbero verificati circa dieci incidenti nello stesso tratto, e le segnalazioni dei cittadini sulla pericolosità della strada sarebbero state oltre un centinaio. La richiesta al tribunale civile riguarda il risarcimento ai tre figli, alla moglie e a un nipote di Lancia per il danno biologico legato alla grave sofferenza subita. «Troppo spesso ci si dimentica che per una amministrazione occuparsi della sicurezza delle strade è un dovere - sottolinea Ambrosio -. Spesso succede nei piccoli Comuni, ma anche in quelli più grandi. Una riparazione costa meno che versare indennizzi alle vittime».

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