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Troppo rumor per nulla: «Carnevale con cavalli e le carrozze d’epoca»

CarnevaleIvrea
Le normative sono chiare e l’ordine del giorno approvato dalla Camera dei deputati, lo scorso 4 agosto, che impegna il Governo a vietare l’utilizzo di animali per la trazione di veicoli e mezzi finalizzati al trasporto di persone a fini turistici e ludici, riguarda esclusivamente le tradizionali carrozzelle (le “botticelle”) ancora in uso in alcune città come la capitale, Palermo, Firenze, Pisa e Messina. Nulla a che vedere con le rievocazioni storiche, le attività sportive e le escursioni in campagna e in montagna, anche per finalità turistiche.

Quello che è stato definito come un “polverone”, altro non è che uno scrupolo, nella migliore delle ipotesi, del deputato Alessandro Giglio Vigna, già eletto nel collegio di Ivrea la scorsa legislatura e di nuovo in corso in questa. «Una fake news, una boutade elettorale», nel peggiore dei casi, secondo gli esponenti del Pd locale e gli organizzatori del carnevale che, prese in mano le scartoffie, hanno tranquillizzato il parlamentare leghista che in questo caso non ha goduto del sostegno dell’amministrazione comunale della città, benché guidata dal suo stesso partito.

Un’uscita, insomma che, in questa sonnolente campagna elettorale, potrebbe rivelarsi un boomerang per lo stesso Giglio Vigna. Infatti, «L’ordine del giorno, presentato dalla deputata del Pd Patrizia Prestipino, è finalizzato unicamente a far sparire dalla circolazione le famose botticelle romane e più in generale stroncare il trasporto delle persone sui mezzi trainati dagli animali per fini turistici e ludici - ha spiegato il segretario del Pd di Ivrea Luca Spitale -. Resto stupito dall’approssimazione delle dichiarazioni del parlamentare leghista che evidentemente ha sollevato un polverone per fini elettoralistici ma che non ha nessuna aderenza con la realtà».

Il Carnevale di Ivrea, così come il Palio di Siena o quello di Asti e le altre decine di manifestazioni italiane dove il cavallo è protagonista non vengono minimamente coinvolte: «Davvero non capisco - aggiunge Spitale - perché tirare il ballo il carnevale quando il documento approvato alla Camera era unicamente finalizzato a porre un freno al fenomeno delle carrozze trainate dai cavalli nelle città turistiche». Una pratica che le associazioni in difesa degli animali definiscono «crudele» e che, nonostante decenni di protesta per abolire le carrozze a cavallo come mezzo di trasporto pubblico urbano, è ancora autorizzato in grandi città, tra le auto e con un grado di inquinamento dell’aria significativo e dannoso per i cavalli.

Nell'eporediese si contano almeno sette allevamenti di cavalli da tiro (Frisoni, belgi, olandesi, Murgese e andaluso) che nel corso dell’anno preparano gli animali alle manifestazioni e un divieto all’utilizzo (dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia) poteva significare una perdita economica enorme, tanto da costringere gli allevatori a rinunciare alle loro attività e il carnevale senza cavalli «non sarebbe più stato quello di sempre».

 
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