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Il Festival delle polemiche fa il botto. Una cordata vuole scipparlo alla Rai

Il Festival delle polemiche fa il botto. Una cordata vuole scipparlo alla Rai

Foto: Depositphotos

Ieri sera le emozioni più belle, quelle che hanno fatto cantare l’Italia intera sulle note di 28 canzoni che entrano nella storia della musica e che già impazzano nelle radio, attraverso le piattaforme social, insomma ovunque. Mai come quest’anno l’edizione del Festival di Sanremo è stata un successo, i telespettatori durante la serata delle cover sono stati 11 milioni e mezzo per quasi il 67 per cento di share, non accadeva dal 1987. E chissà cosa riveleranno i dati questa mattina all’apertura della busta, intorno alle 10. Ma il Festival di Sanremo non è solo un fenomeno tv, al contrario, da quest’anno, dalla prima edizione senza limitazioni di sorta dettate dalla pandemia, la gente ha voluto partecipare lasciando a casa il telecomando. Le vie di Sanremo intorno al Teatro Ariston e la mitica piazza Colombo sono state letteralmente invase da decine di migliaia di persone. Fan a caccia di un selfie, un saluto, uno sguardo da parte dei tanti Vip blindati tra le prove e gli alberghi. Dagli 8 anni in su, tutti a caccia dei beniamini, Mengoni, Ultimo, Rosa Chemical, la bella Elodie ma anche i Cugini di Campagna, presentissimi in Riviera, Gianluca Grignani, fino ai giovanissimi, Lazza, LDA, Leo Gassmann, Willy, Olly. Sono loro i protagonisti di un evento pop in mondovisione che ovunque ha riunito davanti al piccolo schermo famiglie intere, specie per la finalissima di ieri, e gruppi di amici, alle prese oggi con conteggio dei punti del Fantasanremo. Sono milioni le squadre formatesi, in tutta Italia, compresa Torino. Un successo l’idea di questo gioco interattivo che ha visto l’ingresso anche dello sponsor torinese Lavazza. Un’atmosfera da sogno quella che si è respirata a Sanremo in questi giorni ma che non cancella, però, un altro aspetto fondamentale entrato a gamba tesa in questa edizione, nonostante Amadeus, confermato anche per il 2024, continui a rispondere “suo malgrado”.... E non ci si riferisce solo al messaggio inviato ieri all’Ariston da parte del presidente ucraino Zelensky ma, di tutte le altre vicende. Come e, soprattutto, il rap di Fedez che ha urlato per chiedere a Giorgia Meloni di legalizzare la marjuana. Politica e polemiche. Con una punta di veleno sulla coda, visto che la concessione del Festival scade nel 2023 e il patron degli agenti Lucio Presta, con una cordata di imprenditori e discografici ha rivelato di aver già inviato una proposta al Comune. Il festival sarà “privatizzato”? Il sindaco ammette solo di aver ricevuto la comunicazione. La rai Tace. Si vedrà.
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