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Toro salvo per un palo. Contro la Lazio è 0-0: i granata fanno festa

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Il Toro è salvo. I granata tornano da Roma con in tasca il punto decisivo per restare in serie A, evitando così di trasformare i 90 minuti contro il Benevento in un finale thrilling. Con la Lazio finisce 0-0, ma è stata una sofferenza unica: Nicola non commette lo stesso errore di una settimana fa, quando contro il Milan schierò il “Toro-bis”, ma punta su tutti i titolarissimi, compreso capitan Belotti diffidato. Dall’altra parte, però, c’è Simone Inzaghi che vuole fare un favore al fratello Pippo, che da Benevento è appiccicato al televisore in attesa di un gol biancoceleste. Arriva a fine primo tempo con Immobile, ma l’ex granata sbilancia fallosamente Nkoulou e l’arbitro Fabbri annulla. È l’unica, vera emozione dei primi 45 minuti, in una gara che sembra concludersi con un pareggio scritto perché nemmeno la Lazio alza troppo i ritmi, mentre al Toro va benissimo lo 0-0. Poi, nella ripresa, i biancocelesti si scuotono e cominciano ad attaccare a testa bassa, anche se la strada verso la Champions è ormai impercorribile. Sanabria va vicinissimo al gol salvezza ma colpisce il palo, Sirigu torna Salvatore e in almeno due occasioni si supera salvando la sua porta. E, quando non ci arriva lui, ci pensa il palo: come a tre minuti dalla fine, quando Immobile spreca il rigore decisivo calciando contro il legno. La sofferenza dura altri cinque minuti di recupero, l’ultimo pallone di Lazzarri sbatte ancora contro il palo. Proprio all’ultimo respiro, la fortuna torna a sorridere a Belotti e compagni: comincia la festa granata, con il presidente Cairo che dopo un battibecco in tribuna con i dirigenti biancocelesti si unisce ai suoi ragazzi. Il cerchio voluto da Nicola ha tutto un altro sapore, questa volta suggella il raggiungimento di un obiettivo che, da minimo a inizio stagione, si era trasformato in tabù. I granata ce la fanno con 90 minuti di anticipo, quella di domenica contro il Benevento diventa una passerella finale. Poi, si parlerà di futuro: anche lo stesso Cairo, così come tutti i tifosi, non vuole più vivere stagioni così piene di sofferenza.

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