l'editoriale
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27 Marzo 2022 - 09:01
In un Paese con sessanta milioni di commissari tecnici, Mancini sarà anche abituato al fatto che chiunque, soprattutto dopo lo shock macedone, avrebbe saputo fare la formazione giusta meglio di lui. Però chissà se era preparato alla pugnalata addirittura da sua mamma: «Al posto di mio figlio avrei chiamato anche Balotelli, in area non lo ferma nessuno», avrebbe detto la signora Marianna Puolo a “Un giorno da pecora”, per poi essere ripresa da alcuni quotidiani. Diciamo che magari questo non aggiunge niente all’opinione di tanti su Balotelli, ma la dice lunga sul livello del giornalismo sportivo in Italia, ergo non prendiamocela troppo con la nazionale...
Roberto Mancini, intanto, ancor prima di incontrare il presidente della Figc Gravina, ieri a Coverciano, ha rotto il silenzio con un post su Instagram, un lungo messaggio che potrebbe essere letto come la volontà di rimanere (e come vorrebbe anche la squadra e persino la federazione), ma anche come l’umanissima richiesta di lasciarlo riprendere. «Prendiamoci del tempo per riflettere e capire con lucidità - scrive infatti -. L’unica mossa azzeccata ora è rialzare la testa e lavorare per il futuro». Ergo, continuare ad andare avanti con il progetto iniziato e che, peraltro, ha già portato i frutti dell’Europeo? Oppure togliere il disturbo e lasciare subito spazio a un successore per cominciare a lavorare in un’ottica diversa dai semplici appuntamenti di giugno (ci sarà la “supercoppa” con l’Argentina che ha vinto in Sudamerica), ironia della sorta proprio a Wembley.
Per il momento all’orizzonte c’è la partita di martedì contro la Turchia, non qui in Italia, per fortuna dei giocatori che evitano le forche caudine dei fischi dei tifosi. Una “finalina” inutile e amara, che però va giocata per regolamento (nelle pause dei campionati, le rappresentative devono giocare lo stesso numero di partite, che siano ufficiali o amichevoli) e per i punti del ranking Uefa, oltre che per un incasso di un paio di milioni di euro, un pannicello caldo considerati i danni economici della mancata qualificazione (10,5 milioni di euro per la partecipazione, mentre al vincitore di un mondiale vanno poco più di 47 milioni, secondo Calcio e Finanza). È probabile che martedì sera Mancini possa fare un annuncio di qualche genere.
«Accogliere anche le sconfitte nella vita fa parte di un sano percorso di crescita umana e sportiva» ha scritto Mancini ed è più o meno quanto può aver detto anche ai suoi calciatori, non meno avviliti - e colpevoli, anzi semmai di più - di lui. «Quest'estate ci siamo presi i meriti e gli elogi per aver fatto qualcosa di unico, oggi dobbiamo assumerci le responsabilità di non aver guadagnato il passaggio per demeriti nostri, più che per meriti di altri» riassume per tutti Leonardo Bonucci, nuovo capitano se Chiellini dirà basta dopo la partita di Konya.
E che formazione manderà in campo Mancini? Verratti, i due acciaccati Gianluca Mancini e Berardi, Jorginho, Immobile e Insigne hanno lasciato il ritiro («alternanza prevista» dicono dalla Figc) e certo altri vorrebbero risparmiarsi l’umiliante (ed educativa) sgambata, ma bisogna aspettare le decisioni del ct. Spazio alle seconde linee, però, potrebbe essere un modo per cominciare a studiare il domani.
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