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16 Aprile 2022 - 08:00
Andrea Agnelli, Juventus con Paratici e Nedved (Depositphotos)
Né multe né inibizioni. Tutti prosciolti. Impossibile definire la corretta valutazione di una transazione di calciomercato: è quanto emerge dal processo delle plusvalenze fittizie discusso in questi giorni al Tribunale Federale nazionale della Figc che ha assolto club e dirigenti finiti a giudizio. Né una multa né un giorno di inibizione per i cinquantanove dirigenti e undici società coinvolti. Tirano dunque un sospiro di sollievo Napoli e Juve, ma non solo. Anche Genoa, Samp, Empoli, Parma, Pisa, Pro Vercelli, Pescara e le due società fallite Chievo Verona e Novara. Per conoscere le motivazioni della sentenza bisognerà aspettare ancora, ma intanto il dispositivo che assolve club e manager è stato notificato dopo una tre giorni di processo in videoconferenza.
Cadute dunque tutte le richieste della Procura Federale che tra queste vedeva quella di un anno di inibizione per il presidente della Juve Andrea Agnelli o gli 11 mesi e cinque giorni di Aurelio De Laurentiis. Stesso discorso per le multe che erano state chieste per i due club, rispettivamente di 800 e 392 mila euro. A crollare, nel vero senso della parola, è stato però il modello che la Procura aveva creato per definire “fittizie” le operazioni di calciomercato finite sotto la propria lente di ingrandimento.
Un impianto costruito dal procuratore Chinè e poi raffrontato con i valori dei cartellini dei giocatori in questione utilizzando anche la piattaforma “Transfermarkt”. Da qui è nata la tesi difensiva di tutti i club e dirigenti accusati che hanno ripetuto al presidente del Tribunale Federale, Carlo Sica, quanto fosse impossibile determinare con esattezza il valore di un calciatore nel momento di una trattativa privata tra due parti. Troppe le variabili soggettive che, secondo i legali coinvolti, non consentivano di creare un algoritmo o un metodo certo di valutazione. «Il calciomercato è salvo» ha commentato soddisfatto al termine del processo l’avvocato del Napoli, Mattia Grassani. «Il teorema della procura federale non è passato e la conseguenza che se ne ricava è che le società erano, sono e rimarranno libere di attribuire ai calciatori compravenduti le valutazioni di mercato ritenute più congrue».
Dunque viene definita «cristallina» l’operazione Osimhen al Napoli da Grassani e ora la palla passa nuovamente alla Procura. Soddisfazione anche tra gli ambienti bianconeri. Tra una settimana le motivazioni e solo dopo la loro pubblicazione Chiné avrà altri sette giorni per decidere se fare appello o meno.
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