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17 Settembre 2022 - 08:22
Pavel Nedved e Andrea Agnelli (Depositphotos)
A Monza la Juve ha bisogno di una botta di vita (e di ottimismo). Magari a suon di gol, se non proprio di una prestazione convincente. La carta vincente, in questo senso, è in panchina ed è curioso che si tratti di un ex portiere e non di un attaccante: Marco Landucci, vice di Allegri, sarà infatti l’allenatore di domani pomeriggio, visto che il titolare è squalificato per l’espulsione rimediata nell’indegna gazzarra alla fine del match contro la Salernitana. La scorsa stagione Landucci aveva già sostituito Allegri e nel suo carniere ci sono due vittorie con ben otto gol segnati. Magari è come a scuola, dove con il supplente spesso la classe diventa più vivace…
Certo, in ogni caso troppo poco per pensare anche all’ex portiere come sostituto a stagione in corso: in 17 anni di carriera, tra Fiorentina, Grosseto, Caglia, Milan e Juve ha fatto solo il vice o l’allenatore dei portieri.
In ogni caso, al momento in casa bianconera non sembrano intenzionati a cambiare. Ma c’è bisogno di una scossa. Domenica sera, il vicepresidente Pavel Nedved ha urlato come non gli accadeva da tempo, davanti allo stesso Allegri, ai giocatori e al resto della dirigenza. Quando Allegri, in sala stampa, ha detto «dobbiamo solo stare zitti e pedalare» si riferiva forse a lui? Perché è indubitabile che la posizione dell’allenatore non sia più tanto solida, nonostante abbia ottenuto tutti quello che aveva chiesto in termini di giocatori (lo spogliatoio sembra in perenne tensione, mancano leader autentici ed è chiaro che non è Bonucci quello in grado di farlo, a quel punto meglio Pinsoglio), ma anche il vicepresidente, tra le recenti bufere tra social e video gaudenti e l’avallo dato negli anni passati alle operazioni di Paratici, farebbe meglio a pensare alle proprie responsabilità e alla propria poltrona: l’ad Arrivabene magari ci sta già pensando.
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