Juric cambia il Toro: tra necessità e pressing di Cairo, si lavora per la svolta

I cancelli del Filadelfia si sono riaperti, ma c’era poca voglia di scherzare. Nemmeno le 48 ore libere derby, infatti, hanno cancellato la rabbia e la delusione dell’ennesima sconfitta contro la Juventus. Il quartier generale, però, sarà poco affollato, dal momento che i granata convocati dalle rispettive nazionali sono ben sette. Per il momento, quindi, i cambiamenti resteranno nella testa del tecnico Ivan Juric, che però ha già preannunciato qualche novità. C’è al vaglio l’ipotesi di un cambio di modulo, che per molti è quasi un’eresia visto che il credo calcistico del croato è sempre e solo stato il 3-4-2-1. Eppure, anche Juric ha visto e ha capito che a questo Toro servono modifiche immediate: in primis c’è da cambiare da un punto di vista mentale, ma anche sul lato tecnico sono previste novità. Si sta pensando al 3-5-2, anche per sfruttare al meglio il potenziale offensivo a disposizione. Vlasic sarebbe abbassato a centrocampo, verrebbero sacrificate le tante mezze punte come Seck, Radonjic e Karamoh, ma almeno si vedrebbero insieme Zapata e Sanabria.

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Le prove sul campo sono rimandate almeno a metà della prossima settimana visto che il paraguayano è tornato in nazionale dopo tanto tempo, ma l’idea è forte nella testa di Juric. Anche perché pure dal presidente Cairo sono arrivate le prime stoccate e frecciatine. «Quest'anno il Giro passerà dal mio paese Abazia di Masio. Quello che non sono riuscito a fare con Juric, che non vuole sentire la mia formazione, l'ho fatto con Vegni, direttore del Giro, che ha spostato il percorso...» il messaggio mandato al suo allenatore. Aveva certamente i caratteri della battuta, ma in fondo anche il patron spinge fortemente per le due punte.

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