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Economia & Calcio
24 Marzo 2024 - 10:10
Con una mano John Elkann dà - e generosamente - e con l'altra toglie. Potremmo anche leggerla così la nuova grana nei conti della Juventus. Perché nonostante l'azionista di maggioranza, ossia la Exor di Elkann, abbia sottoscritto l'aumento di capitale e dato la disponibilità a comprare anche le quote rimaste sul tavolo per un totale di quasi 200 milioni, c'è il problema dello sponsor e di 45 milioni che se ne vanno: Jeep, che è di Stellantis, sparirà dalle maglie. Un guaio, o forse solo il segnale che sta per arrivare un nuovo grande partner (e chissà che non entri anche in società). Ma vediamo tutto nel dettaglio.
Partiamo da una intervista rilasciata da Francesco Calvo, managing director revenue & football development della Juventus, a Calcio e Finanza durante lo Juventus Business Forum di pochi giorni fa.
Per la Juventus, la partecipazione al Mondiale per Club, ha spiegato il manager, rappresenta una grande opportunità per rafforzare non solo la sostenibilità economica, ma anche l'appeal commerciale a livello internazionale. La competizione, che vedrà la partecipazione di 32 club per un mese negli USA, sarà un banco di prova per capire l'impatto del torneo sul panorama calcistico. Il mercato nordamericano, sebbene ancora in crescita rispetto agli sport tradizionali americani, rappresenta un'opportunità significativa per il calcio.
E americano è anche il marchio Jeep, che campeggia dal 2012/2013 sulle maglie bianconere. Un accordo che prevedeva incassi attorno ai 45 milioni di euro l'anno (cui aggiungere gli oltre 50 versati da Adidas). Il 30 giugno però il contratto scadrà e la Casa, che fa parte di Stellantis, non rinnoverà. La strategia di Elkann (e del CEO Tavares evidentemente) per la visibilità del marchio è un'altra.
Quindi, che farà la Juve? In passato, nei momenti di crisi, i bianconeri hanno sfoggiato sponsor non proprio all'altezza delle ambizioni, insomma ci si è dovuti accontentare. E adesso? Calvo dice che la Juventus rimane selettiva nella scelta del partner giusto. "Certo, arriviamo da anni complicati per quanto concerne l’immagine del brand Juventus (le varie bufere giudiziarie, il caos Superlega, i guai di Andrea Agnelli, ndr), questo è un dato di fatto. Per il prestigio del nostro blasone è difficile trovare il partner adatto ma la grandezza del nostro marchio si definisce anche da quanti no riusciamo a dire visto che non siamo un marchio per tutti. In questo momento è molto difficile dire di no, ma siamo alla ricerca del partner giusto».
E se il partner arrivasse dall'oriente? La presenza di John Elkann in Arabia Saudita, per il Gran Premio di Formula 1 della scorsa settimana, è stata letta anche come un segnale della ricerca di partner. A partire dal main sponsor, che potrebbe essere una compagnia aerea. Rumors insistenti si dividono fra la Saudia, che è quella di bandiera dell'Arabia, e l'emiratina Emirates di Dubai, già sponsor per esempio di Arsenal e Real Madrid (in entrambi i casi su maglie Adidas). E poi, da sponsor a socio di minoranza? Qui non ci si sbilancia.
Di sicuro bisognerà far quadrare i conti, sia per supportare l'ambizione di inseguire la Champions nella prossima stagione, sia per essere in ordine davanti alla Borsa, che come dice Calvo "la necessità di trasparenza nei confronti del mercato può essere un ostacolo, ma dall'altro, impone un'efficace disciplina lavorativa e professionalizzazione. Dobbiamo dare visibilità pubblica per qualsiasi accordo di una certa dimensione. Abbiamo degli obblighi, ma anche dna di Juventus e della famiglia che abbiamo alle nostre spalle".
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