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Mattia Casse pensa alle Olimpiadi: «A Bormio ci sarà più luce...»

Il velocista valsusino è pronto per vivere in prima persona i Giochi di Milano Cortina 2026 e dedica anche un pensiero a Matteo Franzoso, suo compagno di allenamenti

Mattia Casse

Mattia Casse è pronto (foto Fassinotti)

Prima di vederlo in azione dovremo aspettare quasi un mese, perché la Coppa del Mondo è cominciata con il gigante di Soelden e proseguirà con due slalom a Levi e Gurgl. Lui intanto però sta scaldando i motori, pensando a quello che succederà ad inizio febbraio. Perché serviranno tutta l'esperienza e la saggezza di Mattia Casse, 36 anni il prossimo febbraio, per affrontare una stagione che avrà il suo clou nelle Olimpiadi italiane.

«Mi sento sento bene e sono fortunato, perché in fondo come i miei compagni faccio quello che mi piace e sono anche orgoglioso del fatto che potremo vivere i Giochi in casa. La pista di Bormio a inizio febbraio è una grande novità, potrebbe esserci una neve diversa da quelle che troviamo solitamente. Ci sarà anche più luce e questo male non fa. La Stelvio comunque sarà preparata ad hoc, so che la chiuderanno già a gennaio e che ci sta già lavorando il mio amico Matteo Marsaglia e quindi sicuramente sarà perfetta».

Rispetto al solito anche i vostri programmi sono cambiati. Cosa significa dover aspettare così tanto?
«In effetti avremo delle gare a Copper Mountain, piste che conosciamo comunque abbastanza perché lì negli anni scorsi ci siamo allenati. E poi verso fine anno Livigno che per una volta sostituirà Bormio. Non la conosco, quindi l'aspetto con una certa curiosità».

Vent'anni fa per le Olimpiadi torinesi eri ancora troppo giovane. Da queste, con la tua maturità, che cosa ti aspetti considerano che il pubblico sarà tutto dalla vostra?
«Se guardiamo il mio storico su quella pista, potrebbe essere più favorevole la discesa. Però in realtà chi lo sa. Sono due discipline affini, una gara secca e può succede di tutto, quindi non bisogna sicuramente mettersi paletti o limiti».

Mattia, la vostra stagione comincerà Matteo Franzoso che è stato tuo compagno di allenamento e in gara molte volte. Un ricordo?
«Sicuramente siamo professionisti e dobbiamo andare avanti senza però dimenticarci di quello che è successo. Ci sarà da lavorare tutti insieme ed è una casa che deve essere fatta velocemente anche sull'onda emotiva del momento. Solo un caso che siano stati due giovani atleti dell'AOC in nemmeno un anno, due tragedie che ci devono insegnare come questo sport non perdona niente. Ma non per questo dobbiamo dimenticare che bisogna sempre evolvere».

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