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La mostra

A tavola con i sovrani? Impossibile, nessuno poteva vederli mangiare

Sono circa 200 le opere esposte nelle Sale delle Arti della Reggia di Venaria, nell’allestimento dedicato ai pranzi imbanditi nelle corti italiane in corso fino al 28 gennaio 2024

“Un tè a Evian dei principi di Piemonte"

“Un tè a Evian dei principi di Piemonte - Carlo Emanuele di Savoia e Maria Clotilde di Borbone - con alcune ladies inglesi (1787)”

Com’erano i pranzi di re e principi nelle corti italiane? Com’erano imbandite le loro tavole? Dove mangiavano? Intanto sappiamo dallo storico francese Pierre-Jean Grosley e dal suo “Observations sur l’Italie et les Italiens” del 1764 che «il re e la famiglia reale non mangiano mai in pubblico; li si vede insieme solo negli uffici sacri che si tengono nella Regia Cappella» e che «tutta questa famiglia […] ha un’aria di gaiezza, di salute, d’unione e di gioia che è rara anche nelle famiglie normali».

Ma, a raccontare di più riguardo alle abitudini reali a tavola è la bella mostra “Sovrani a tavola. Pranzi imbanditi nelle corti italiane” visitabile da oggi e fino al 28 gennaio alla Reggia di Venaria, rassegna fortemente voluta dal direttore generale del Consorzio Guido Curto. Non poteva che concludersi con una mostra “conviviale” l’anno che la Reggia ha dedicato al tema del cibo. Una rassegna, quella curata da Andrea Merlotti insieme con Silvia Ghisotti e Clara Goria, che attraversa più secoli di banchetti. Parte, infatti, da quelli nelle corti tra Cinque e Seicento e giunge fino ai pranzi del Quirinale sabaudo.

Sono circa 200 le opere esposte nelle Sale delle Arti, nell’allestimento firmato da Lorenzo Greppi, tra dipinti, arredi da tavola, servizi di porcellana, ma anche menù e caricature. Un racconto che si sviluppa in 14 sale e che è stato reso possibile grazie alla collaborazione con il Quirinale, le regge di Capodimonte e di Caserta, Palazzo Reale di Milano, Palazzo Pitti, Palazzo Reale di Napoli e altri musei italiani ed europei. Dal Kunsthistoriches Museum di Vienna proviene il dipinto “Banchetto di nozze di Ferdinando di Toscana e Cristina di Lorena del 1589”, opera di Domenico Cresti “il Passignano”; dalle Collezioni d’Arte del Comune di Parma il “Convito nuziale di Elisabetta Farnese e Filippo V di Spagna del 1714” di Ilario Mercanti “lo Spolverini”.

La Galleria degli Uffizi di Firenze ha messo a disposizione la cinquecentesca Saliera in lapislazzuli delle Botteghe granducali, mentre appartiene a un collezionista privato il dipinto di Ludwig Guttenbrunn, raffigurante “Un tè a Evian dei principi di Piemonte - Carlo Emanuele di Savoia e Maria Clotilde di Borbone - con alcune ladies inglesi (1787)”, esposto per la prima volta. Sempre per la prima volta è presentata una versione ridotta della mise en place in uso nel Palazzo Reale di Napoli ai tempi di Ferdinando IV, con porcellane del Servizio delle Vedute Napolitane di fine Settecento. Il Quirinale ha poi prestato alcuni importanti servizi della corte d’Italia di fine Ottocento, mentre da Palazzo Pitti provengono preziosi servizi settecenteschi.

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