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Il Tour "Cartoline da Qui"

Celebrando i 60 anni di musica dei Nomadi: "Un viaggio tra successi, storie e amicizie"

La storica band è in arrivo al Teatro Colosseo il prossimo 4 maggio: "In riva al Po c’è un pubblico attento e fedele"

Celebrando i 60 anni di musica dei Nomadi: "Un viaggio tra successi, storie e amicizie"

I Nomadi

I Nomadi. Basta questo nome per aprire uno squarcio di luce sulla musica pop degli ultimi sei decenni. Sì, proprio 60 anni. Tra musica, avventure, storie e amicizia. Tutto ha inizio nel 1963 da Novellara, piccolo centro della provincia di Modena, per conquistare il cuore di tutti con canzoni che sono diventate veri e propri inni. Per celebrare questo importante traguardo, il gruppo che ha portato al successo pezzi indimenticabili da “Dio è morto” a “Io vagabondo”, “Canzone per un’amica”, fino alle nuove tracce dell’album “Cartoline da qui”, uscito a fine 2023. La band capitanata da Beppe Carletti, tastierista e anima del gruppo, è attesa sul palco del Teatro Colosseo di via Madama Cristina 71 sabato 4 maggio, dalle 21 in un concerto già sold out. C’è già una nuova data, in programma il 21 dicembre. Intanto, fino al 12 maggio presso lo Spazio Musa di via della Consolata 11/e, è in corso la mostra “Augusto Daolio, uno sguardo libero”, che celebra il talento artistico del mitico cantante dei Nomadi, morto nel 1993. Di tutto questo parla Beppe Carletti. A ruota libera.
Torino si conferma una città Nomade nello spirito. Cosa ne pensa?
«Sono contento che finalmente venga riconosciuto il talento di Augusto che era davvero uno spirito libero. Non sono ancora riuscito ad andare a vedere la mostra, ma mi riprometto di farlo molto presto. In riva al Po c’è un pubblico attento e fedele e anche un fan club molto attivo. Ricordo con piacere le serate ai punti verdi negli anni Ottanta».
L’album si intitola “Cartoline da qui”, Cosa vorrebbe ci fosse scritto?
«Il messaggio più importante per me, adesso, è la pace. Purtroppo non si usa più scrivere cartoline, con le mail tutto è superato. Era bello però ricevere i saluti dai luoghi di vacanza o in altre occasioni».
Cosa vi ha permesso di festeggiare 60 anni di carriera?
«La coerenza. Credo che i Nomadi hanno sempre rispettato la loro storia e il pubblico lo riconosce. Se non avessimo incontrato Francesco Guccini e interpretato le sue canzoni, la nostra storia sarebbe andata diversamente. Ci siamo ritrovati per un documentario, anche se lui adesso scrive romanzi gialli. In futuro vorrei incontrare i Rolling Stones. L’incontro più emozionante? Col presidente Mattarella».

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