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Lutto

Addio a Eleonora Giorgi sulla musica dei Pink Floyd

I funerali mercoledì 5 marzo a Roma. Ecco la sua ultima volta a Torino

Eleonora Giorgi

Eleonora Giorgi

Lei non vinse mai un Oscar, non arrivò mai a toccare il cinema internazionale ma, quello italiano, quello sì. Lo cavalcò come un’amazzone dotata di una rara bellezza e di quello spirito libero che le permise di osare, di puntare sulla sensualità, di giocarci fino a convincere la giuria del David di Donatello a conferirle la statuetta come Migliore attrice del 1982, grazie a Carlo Verdone il quale puntò su di lei per “Borotalco”.

Eleonora Giorgi allora aveva appena 29 anni, ma i suoi dieci precedenti li aveva già sfruttati alla grande meritandosi il titolo di regina della commedia sexy. Nomi quali Jack Nicholson e Warren Beatty persero la testa per lei.

Con la sua morte, avvenuta questa mattina, all’età di 71 anni, presso la clinica romana La Paideia, a causa di quel tumore al pancreas che l’aveva colpita nell’ottobre del 2023, se n’è andata una delle muse più care del mondo dello spettacolo italiano. Una donna vera, che ancora oggi avrebbe avuto molto da insegnare a chi troppo osa, rasentando il cattivo gusto, o a chi, al contrario, si sente una donna simbolo di una femminilità fatta solo di cultura e capacità manageriali. Lei no, lei si sentiva ed era bella, lo è stata fino alla fine con i suoi occhioni azzurri che ad appena 18 anni catturarono l’attenzione di Federico Fellini (“Roma”).

Da lì, l’inizio di una carriera nel filone “sexy” della commedia e la fama raggiunta al fianco di regine quali Moana Pozzi e l’amica Ornella Muti per traguardi che solo certe dive posso toccare. Per destini che si possono scegliere quando si ha tutto, bellezza, carisma, cultura. Figlia d’arte, il papà era direttore di produzione, la mamma ceramista ungherese, Eleonora Giorgi si permise il lusso di passare presto al cinema più pop e, quindi alle commedie brillanti al fianco di Renato Pozzetto (“Mia moglie è una strega”), Adriano Celentano (“Mani di velluto”), Nino Manfredi (“Nudo di donna”) e a quello impegnato come “L’Agnese va a morire” di Giuliano Montaldo.

E poi arrivò il teatro, nuovo grande amore della maturità che la portò a Torino, al Teatro Erba, l’ultima volta, nel 2018, con “Diamoci del tu” al fianco di Enzo Decaro. E in mezzo, tanta tv. Due matrimoni, quello travagliato con Angelo Rizzoli - che però la aiutò a uscire dal tunnel della droga in cui era caduta - da cui ebbe il primo figlio, Andrea, quello successivo con Massimo Ciavarro papà del suo Paolo. I suoi due angeli le sono stati vicino fino alla fine accompagnandola in un viaggio che lei sapeva di dovere affrontare. Non ha mai nascosto nulla ai suoi fan mostrandosi sui social con il suo turbante a coprirle ciò che la chemioterapia le aveva causato, ma non il sorriso luminoso dettato dall’amore immenso verso la sua famiglia e il nipotino (Gabriele, figlio di Paolo e Clizia Incorvaia).

La sua luce risplenderà anche nel funerale che lei stessa ha voluto programmare con l’aiuto di un’amica. Si terrà mercoledì 5 marzo nella Chiesa degli Artisti di Roma e la musica dei Pink Floyd farà da filo conduttore: «Mi piacerebbe A Whiter Shade of Pale e Wish You Were Here. Voglio una in entrata e l’altra in uscita», disse, e così sarà.

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