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Il fenomeno
10 Dicembre 2025 - 15:26
Angelo Duro, palermitano, classe 1982
«Babbo Natale? Babbo Natale non esiste piccolo Aron, è papà che ti fa i regali, è bene che tu lo sappia». Sì, è una una cattiveria la rivelazione che Angelo Duro ha fatto al bambino ospite in platea durante il primo dei suoi 16 spettacoli al Teatro Colosseo di Torino giunti quasi al giro di boa (6, 21 dicembre). Ma è una cattiveria che piace, è il suo stile agghiacciante, quel black humor che sta facendo discutere gli italiani i quali, a quanto pare, più che scappare dai teatri disgustati dalle sue battute pesanti, fanno a gara per accaparrarsi i biglietti. Senza contare il cinema dove “Io sono la fine del mondo” è stato uno dei film più visti del 2025.
Tornando al tour, “Ho tre belle notizie” ha già registrato 60 sold out cui fanno parte anche quelli torinesi che riguardano, nello specifico, le serate dei weekend. Pochi, ma ancora disponibili, invece, i biglietti per le repliche infrasettimanali. E dal teatro di via Madama Cristina gongolano per quella che è la più lunga tenitura della stagione e, soprattutto, per avere creduto in Angelo Duro, palermitano, classe 1982, fin dai suoi esordi. Un artista controverso sì, ma tra i più acclamati del momento per il quali, solo a Torino, sono già stati venduti 18mila biglietti. «Questo risultato rappresenta un trionfo - spiegano dal Colosseo - si tratta di un legame speciale con un palcoscenico che ha accompagnato e amplificato l’esplosione artistica di Duro, diventando una delle piazze più importanti del suo percorso teatrale».
E per quanto riguarda le defezioni? «Sì qualcuno va via a ogni replica, ma si tratta di cinque o sei persone al massimo».
A conti fatti, sono molti di più quelli che cercano di accaparrarsi un biglietto in prima fila per questo filotto tutto piemontese. Un filotto nel vero senso del termine dato che Angelo Duro per tutti questi giorni rimarrà sempre in città. C’è chi lo ho avvistato di giorno mentre passeggia tranquillo senza farsi intaccare dal glamour ma, piuttosto, concedendosi a qualche fan. Schivo e solitario è risaputo, infatti, quanto Duro non ami stare al centro delle luci della ribalta tranne quando è sul suo palcoscenico a sputare sentenze sul mondo gay, quello dei disabili, delle donne o di chiunque altro si possa attaccare lontano dalla banalità del politicamente corretto che sì, tanto piace, ma forse, a volte, risulta più patetico della verità.
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