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La parola ai lettori

Le lettere a TorinoCronaca del 14 dicembre

Integrazione e Islam - Il loggionista della Scala - La guerra dimenticata

Le lettere a TorinoCronaca del 14 dicembre

Terrorismo
Quelli di Hamas come i brigatisti
La memoria rischia di passare col tempo o di venire travisata, frastornati da un’informazione troppo spesso drogata, ci si dimentica di fatti gravissimi, che hanno segnato, e non poco, la nostra vita; così è passato sotto silenzio il ricordo dell’assalto alla Scuola di Amministrazione Aziendale, fondata nel 1959 per la formazione dei futuri manager, l’11 dicembre 1979. “Quel giorno alla sede di via Ventimiglia 115 arrivò un commando di ventenni che, ai libri, avevano preferito le armi: sequestrarono 200 persone, misero 5 docenti (4 FIAT e 1 Olivetti) e 5 studenti (4 Fiat e 1 San Paolo) lungo un corridoio e poi spararono a raffica sulle loro gambe Sergio Segio, Susanna Ronconi, Maurice Bignami, Fabrizio Giai, Marco Donat Cattin, altri di Prima Linea; furono feroci: a un docente ficcarono la pistola tra gli occhi “Sei condannato a morte” , a un ragazzo giunto dal Sud urlarono “ Vai a rubare come noi” ; Donatella Pacces , figlia del fondatore e lei stessa in segreteria, fu presa a calci e spintoni. Così il 19 dicembre 2010 si annunciava la targa commemorativa e una mostra con immagini curata da Giampaolo Giuliano, gambizzato da studente-manager, Luca Guglielminetti e Pacces. Certo fa più notizia l’attacco ai kibbutz israeliani, ma mi chiedo, che differenza c’è fra i terroristi palestinesi e i brigatisti rossi italiani? Quanti di loro sono ancora nelle patrie galere?
Sebastiano Scuderi

Integrazione
Nessun rispetto dai musulmani
Egregio dottor Fossati. Questo nostro paese Italia è singolare per le prese di posizione della sinistra contro tutto e tutti coloro che non la pensano allo stesso modo. Mi riferisco alla polemica con il Sindaco di Monfalcone, che ha chiuso una moschea abusiva in un locale a destinazione differente. Mi faccio una domanda, i nostri cari migranti si allontanano dal loro paese perché evidentemente non si trovano bene. Vengono da noi e i nostri politici parlano di integrazione. Ma loro vogliono imporci le loro usanze e tradizioni, cultura e religione. Mi chiedo ma con quale pretesa? Se per loro non vanno bene le nostre tradizioni, la nostra cultura e la nostra religione, perché non restano a casa loro? Nessuno li ha invitati visto che arrivano a frotte con barconi di fortuna. La nostra sinistra non immagina cosa potrà succedere se solo mettessimo piede in Arabia Saudita e volessimo edificare una chiesa cristiana. Le cronache mondiali ci fanno sapere degli incendi dei centri di culto non locali. Inoltre occorre fare una riflessione. Lo Stato italiano ha firmato un concordato con parecchie confessioni religiose, ritenendole conforme al dettato della nostra costituzione. Perché non ha mai firmato un concordato con la religione islamica? Un motivo ci deve essere. Basta leggere il Corano per capire cosa pensano dei diritti umani, della schiavitù, della parità tra maschio e femmina e della monogamia e della famiglia. Forse la sinistra farebbe bene a documentarsi ed informarsi.
Cosimo Golia

Guerra
Se anche gli Usa si sono stancati
Ricorderete che ci spiegarono che con i soldi e le armi all’Ucraina dall’Europa e soprattutto dagli USA la guerra sarebbe finita in fretta, con la sconfitta della Russia. Adesso, Europa e USA hanno finito le armi, si sono stufati di provvedere: Zelensky elemosina altri aiuti, e Putin se la ride. Sono tra i pochi che l’avevano capito subito.
Carlo Chievolti

Vizzardelli e gli ippodromi del fascismo

E così il nostro Vizzardelli ha gridato viva l’Italia antifascista alla prima della Scala dell’8 dicembre. E non gli è capitato niente anzi... celebrità in tutta Italia. Penso che se invece avesse gridato viva l’Italia fascista a quest’ora sarebbe a San Vittore. Essendo il nostro un appassionato e critico dell’ippica mi viene in mente perché si dice “datti all’ippica”. E mi fa strano che il signor Vizzardelli appassionato ippico frequenti ippodromi inaugurati dal bieco regime. Ippodromo San Siro inaugurato nel 1925, Agnano inaugurato nel 1935 e soprattutto Ippodromo Maja di Merano sempre inaugurato nel 1935 dove il nostro è particolarmente di casa. Smetta signor Vizzardelli di mettere piede in opere fatte dal regime.
Roberto Quaglia

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