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19 Marzo 2024 - 17:30
Il fenomeno dei disturbi del comportamento alimentare è in continua crescita sopratutto tra gli adolescenti
Negli ultimi anni, l’Italia ha assistito a un’escalation preoccupante dei casi di disturbi del comportamento alimentare (DCA), con un incremento che ha superato il milione di nuovi casi dal 2019 al 2023. I dati dell'Istituto Superiore di Sanità raccontano che oggi, circa 3 milioni di persone sono in trattamento per queste patologie, un numero decuplicato rispetto ai 300 mila del 2000. Questo fenomeno, che colpisce principalmente gli adolescenti, presenta il tasso di mortalità più alto tra i disturbi psichiatrici, con un’età media dei pazienti che si abbassa sempre di più.
Il 20% dei casi diagnosticati nel 2023 riguardava individui sotto i 14 anni, con diagnosi che partivano già dagli 8 anni e ricoveri a partire dai 12. Si è registrato anche un aumento significativo dei casi tra la popolazione maschile, segnando un cambiamento nel profilo tipico dei disturbi alimentari, storicamente più frequenti tra le femmine.
Un ostacolo significativo nel percorso di guarigione è rappresentato dal ritardo nella diagnosi, che arriva in media a 2/3 anni dall’inizio della patologia. Esperti del settore sottolineano l’importanza del sostegno istituzionale per garantire diagnosi precoci e interventi tempestivi.
La questione del finanziamento per i DCA è stata al centro di un acceso dibattito in Italia. A gennaio, il governo Meloni ha cancellato un fondo di 25 milioni di euro destinato agli ambulatori per i DCA, suscitando proteste da parte delle associazioni. In seguito, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha chiarito che i fondi diventeranno strutturali, eliminando la necessità di interventi straordinari.
Il trattamento dei DCA dovrebbe essere incluso nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), garantiti dal Servizio sanitario nazionale gratuitamente o con il pagamento di un ticket. Tuttavia, per “motivi tecnici”, non è stato ancora raggiunto un accordo sull’aggiornamento dei Lea, e il rifinanziamento di un fondo temporaneo è stato necessario. Nonostante gli sforzi, i servizi per i DCA rimangono insufficienti, in particolare per i più giovani. Solo il 48% dei centri dichiara di prendere in carico minori fino a 14 anni. Inoltre, la distribuzione dei servizi sul territorio nazionale è disomogenea, con metà delle regioni italiane che non dispongono ancora di una rete completa di assistenza.
In conclusione, la situazione dei DCA in Italia richiede un’attenzione urgente e un impegno concreto da parte delle istituzioni per garantire un accesso equo e tempestivo ai servizi di cura, soprattutto per le fasce più giovani e vulnerabili della popolazione.
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