SpaceX dice no alla guerra stellare di Trump

Elon Musk dice no, per ora, al coinvolgimento di SpaceX nel progetto "Golden Dome", la presunta iniziativa voluta da Donald Trump per la creazione di un sistema di difesa missilistica avanzato, simile all’Iron Dome israeliano ma con ambizioni molto più vaste. A chiarirlo è stato lo stesso imprenditore, intervenuto direttamente su X (ex Twitter), dove ha tagliato corto sulle voci circolate negli ultimi giorni: «SpaceX non ha provato a presentare un'offerta per alcun contratto», ha scritto Musk, aggiungendo che la sua azienda spaziale preferisce «rimanere concentrata per portare l'umanità su Marte».

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Musk sembra non voler distrarre le sue aziende da quella che considera la missione più importante della sua vita: portare esseri umani su Marte. Non è un mistero, infatti, che il fondatore di SpaceX abbia già annunciato la volontà di lanciare razzi cargo verso il Pianeta Rosso entro la fine del 2026, e missioni con equipaggio tra il 2029 e il 2031. Una tabella di marcia ambiziosa, forse troppo: Musk ha la fama di lanciare scadenze che poi slittano, ma raramente ha deviato dagli obiettivi dichiarati.

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Nel suo post, Musk non esclude però un coinvolgimento in caso di chiamata diretta dalla Casa Bianca: «Se il Presidente ci chiedesse aiuto, lo faremmo», scrive, lasciando la porta socchiusa a un eventuale impegno “patriottico”. Tuttavia, conclude, «spero in altre società, non SpaceX», quasi a suggerire che ci sono altre aziende del settore difesa più adatte a gestire un progetto di quel tipo, lasciando SpaceX libera di spingersi oltre l’atmosfera terrestre.