Vance in Vaticano: disgelo sulle politiche migratorie dopo l'incontro con Parolin

La visita del vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, al Vaticano ha segnato un incontro dalle molteplici sfumature, non solo politiche, ma anche simboliche. Durante il suo soggiorno a Roma, Vance ha incontrato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, con al centro il delicato tema dell'immigrazione. Questo incontro, che è stato definito "cordiale", si è svolto in un contesto di tensione tra la posizione dell'amministrazione Trump e quella del Vaticano, soprattutto riguardo alle politiche migratorie.

Il Papa, pur essendo presente in Vaticano, ha scelto di non ricevere Vance, una decisione che alcuni interpretano come un tentativo di sottolineare le divergenze tra la Santa Sede e l'amministrazione statunitense, in particolare riguardo ai temi della guerra, dei migranti e dei diritti umani. Sebbene il Papa fosse in convalescenza, aveva recentemente incontrato altre figure di alto profilo, come i sovrani inglesi, suggerendo che la sua assenza dall'incontro non fosse solo dovuta alla salute, ma anche a motivazioni politiche.

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L'incontro avvenuto il giorno dopo la visita del Presidente del consiglio alla Casa Bianca

L'incontro tra Vance e Parolin ha visto la discussione di vari temi, ma il più spinoso è stato il dossier migratorio. Le divergenze sono evidenti: mentre Vance ha cercato di rassicurare su una visione comune riguardo la protezione della libertà religiosa, il Vaticano ha espresso preoccupazioni per le politiche migratorie di Trump, sottolineando le sofferenze dei rifugiati e dei migranti.

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Dopo l'incontro, Vance ha proseguito la sua visita a Roma, ma non senza alcune difficoltà logistiche, come la chiusura del Colosseo durante la visita della sua famiglia. La visita del vicepresidente si concluderà con un viaggio a Tivoli e una partecipazione alla messa di Pasqua, ma la distanza tra le due visioni politiche sembra destinata a rimanere una questione aperta, in attesa di futuri sviluppi diplomatici.