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12 Maggio 2025 - 23:55
Cosa succede quando l'attenzione si trasforma in polemica? È il caso dello spot U-Power che ha visto protagonista Diletta Leotta e un bambino dallo sguardo sognante, sospeso dopo le accuse di sessualizzazione. Un episodio che ha sollevato un polverone mediatico mettendo in luce le sfide e le responsabilità del marketing moderno.
Lo spot, lanciato a marzo, mirava a promuovere un nuovo modello di scarpa ultraleggera ma non è passato inosservato al giurì dell'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, che ha ordinato la cessazione della pubblicità. La motivazione è la sessualizzazione dello sguardo di un bambino, in violazione dell'articolo 11 del codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, che tutela i minori. Franco Uzzeni, fondatore di U-Power, ha risposto alle critiche con una dichiarazione che ha fatto discutere: "La malizia sta negli occhi di chi guarda. Ma almeno sappiamo che il nostro spot è stato visto ed apprezzato viste le vendite". Una difesa che, se da un lato sottolinea il successo commerciale della campagna, dall'altro non placa le polemiche sollevate da figure come Selvaggia Lucarelli.
La nota opinionista ha criticato aspramente lo spot, descrivendolo come una rappresentazione ambigua e inappropriata di un minore. Secondo Lucarelli, il video suggerisce che il bambino, con un'età scenica di otto anni, stia osservando sotto la gonna della cantante, rappresentando una sorta di "estasi da visione della Madonna".
Non è la prima volta che U-Power si trova al centro di una controversia. Al Festival di Sanremo 2024, l'apparizione di John Travolta con le scarpe dell'azienda novarese aveva sollevato accuse di pubblicità occulta, costando alla RAI una sanzione di 206 mila euro. Anche in quel caso, Uzzeni aveva difeso l'operazione come un "colpo di fortuna" e una "incredibile operazione di marketing".
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