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vivere per lavorare o lavorare per vivere?

Il nuovo volto del successo: gli italiani scelgono salute e serenità al posto dello stipendio

Secondo il Rapporto Eudaimon-Censis, solo il 9% considera la ricchezza una priorità. In cima ai desideri dei lavoratori ci sono benessere psicofisico, equilibrio e tempo per sé

Il nuovo volto del successo: gli italiani scelgono salute e serenità al posto dello stipendio

In un’Italia sempre più provata da incertezze economiche, stress lavorativo e iperconnessione, sta prendendo piede una vera e propria rivoluzione culturale: il successo non si misura più in euro, ma in benessere. A testimoniarlo è l’8° Rapporto Eudaimon-Censis sul welfare aziendale, che fotografa un netto cambiamento nelle priorità dei lavoratori italiani. Solo il 9% degli intervistati associa il concetto di benessere alla ricchezza economica. La maggior parte guarda invece a salute, serenità e qualità della vita.

Una nuova scala di valori

La classifica dei valori stilata dal rapporto è eloquente: in cima c’è la salute, fisica e mentale, ritenuta fondamentale dal 63% degli italiani. Seguono la tranquillità (41,3%), l’equilibrio tra vita privata e professionale (36,2%) e il tempo per sé (30%). La famiglia è centrale per il 26,5% degli intervistati, mentre sicurezza sul lavoro e autoconsapevolezza raccolgono il 20% e l’11% rispettivamente. La ricchezza economica si colloca all’ottavo posto, superata persino dall’ottimismo verso il futuro (8%).

Il lavoro non basta più a definire chi siamo

"Lavorare per vivere" è diventato il mantra delle nuove generazioni, in particolare della Gen Z. Secondo un’indagine citata da The Guardian, il 74% dei giovani dà priorità al bilanciamento tra vita e lavoro, più di quanti reputino centrale la retribuzione (68%). In Italia, il quadro è simile: il lavoro non è più solo fonte di reddito, ma elemento chiave del benessere quotidiano. Come sottolinea Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon, "non è una moda passeggera, ma un cambiamento culturale strutturale".

Le aziende al bivio: stipendio o qualità della vita?

Le imprese sono chiamate a una profonda riflessione. I benefit tradizionali non bastano più. I lavoratori chiedono ambienti sani, relazioni autentiche, sicurezza e flessibilità. Il welfare aziendale deve diventare uno strumento dinamico e personalizzato, capace di rispondere ai bisogni reali delle persone. "La felicità non si compra – spiega Perfumo – ma si può progettare, se si ascoltano davvero i lavoratori".

Verso un futuro più umano

Quello che emerge dal rapporto è un messaggio chiaro: le persone non vogliono più vivere per lavorare. Vogliono lavorare per vivere bene. E in questo nuovo paradigma, la ricchezza si misura in tempo, salute e serenità. Le aziende che sapranno interpretare questo cambiamento non solo attrarranno talenti, ma contribuiranno a costruire un modello di lavoro più sostenibile e umano. Perché il successo, oggi, ha il volto di chi riesce a sorridere anche fuori dall’ufficio.

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