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Musica
04 Giugno 2025 - 17:20
Il decennio degli anni Novanta ha segnato una svolta decisiva nel panorama musicale mondiale, caratterizzato da un’esplosione di generi e sperimentazioni. Dalla dance al pop, fino alle correnti più di nicchia dell’elettronica, la varietà sonora è stata ampia e variegata. In questo contesto di grande fermento, stabilire quale sia stata la canzone più rappresentativa di quegli anni non è semplice.
A fare luce su questa domanda ci ha pensato Rolling Stone, la celebre rivista musicale, che ha stilato una classifica dei 50 migliori brani degli anni ’90, ordinandoli dal meno al più significativo.
La lista include artisti e gruppi ormai iconici come Britney Spears, gli Oasis, i Daft Punk, i Geto Boys, Natalie Imbruglia e molti altri. Tuttavia, nessuno di loro è riuscito a conquistare il gradino più alto del podio.
La canzone più rappresentativa degli anni Novanta, secondo Rolling Stone, è “Smells Like Teen Spirit” dei Nirvana, uscita nel 1991.“La canzone che ha fatto esplodere il mondo”, scrive la rivista,“che ha sfidato tutte le regole sulla musica e la quantità di emozioni crude racchiuse in quattro accordi semplici e un assolo di chitarra poco convenzionale. Un calcio al futuro, una rottura con il comodo conformismo.”
Questo brano rappresenta una vera e propria sfida lanciata da Kurt Cobain al suo pubblico, una sfida che, a distanza di decenni, rimane ancora viva e significativa.
I Nirvana, gruppo simbolo del grunge, furono fondati nel 1987 e restarono attivi fino al 1994, anno della morte di Kurt Cobain. Provenienti da Aberdeen, una piccola cittadina nello Stato di Washington, sono stati un punto di riferimento fondamentale per la Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980).
Il percorso musicale di Cobain iniziò con i Fecal Matter, fondati nel 1985 insieme a Dale Crover e Greg Hokanson. La svolta arrivò grazie all’incontro con Krist Novoselic, presentato da Buzz Osborne dei Melvins. Insieme fondarono i The Stiff Woodies, poi ribattezzati Nirvana.
“Smells Like Teen Spirit” è diventato in poco tempo l’inno generazionale della gioventù degli anni ’90, esprimendo il disagio, la ribellione e l’incertezza di un’intera epoca. Il suo successo ha ridefinito i confini del rock alternativo, portando il grunge al grande pubblico.
A più di trent’anni dalla sua uscita, il brano continua a rappresentare una pietra miliare della musica contemporanea, dimostrando come una canzone possa incarnare lo spirito di un tempo e parlare ancora oggi alle nuove generazioni.
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