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Alla ricerca del tempo perduto: il capolavoro di Proust che detiene il record mondiale per il libro più lungo

Con oltre nove milioni di caratteri, l'opera di Proust è una delle letture più impegnative della storia della letteratura

Alla ricerca del tempo perduto: il capolavoro di Proust che detiene il record mondiale per il libro più lungo

È un capolavoro indiscusso della letteratura mondiale, ma affrontarlo nella sua interezza è davvero un'impresa titanica. Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, l’opera che ha consacrato lo scrittore francese, è ufficialmente il libro più lungo di sempre, come certificato dal Guinness World Records. Un dato che rende l'opera non solo un punto di riferimento della letteratura moderna, ma anche un enigma per i lettori che si avventurano tra le sue pagine.

Secondo il sito del Guinness, che annualmente registra i primati globali grazie alla sua rete di giudici, Alla ricerca del tempo perduto contiene circa 9.609.000 caratteri, contando ogni lettera e ogni spazio come un singolo carattere. Un numero che può sembrare impressionante, ma che si traduce in una lettura che, seppur straordinaria, non è certo per tutti.

In Italia, il libro è stato pubblicato in diverse edizioni, con numeri di pagine variabili. L'edizione Einaudi raccoglie l’intero ciclo in un volume unico di ben 2376 pagine, mentre la versione di BUR arriva a 3844 pagine. Un’altra opzione, edita da Mondadori, ha optato per una pubblicazione separata dei sette volumi che compongono l’opera, offrendo così la possibilità di acquistare i singoli tomi. Insomma, qualsiasi sia l'edizione, il numero di pagine è imponente, e richiede impegno e pazienza per essere affrontato.

Ma di cosa parla Alla ricerca del tempo perduto? Come descrive BUR, il libro è un ciclo monumentale di sette romanzi pubblicati tra il 1913 e il 1927: Dalla parte di Swann, All’ombra delle fanciulle in fiore, I Guermantes, Sodoma e Gomorra, La prigioniera, La fuggitiva e Il tempo ritrovato. L'opera è la ricostruzione di una vita, attraverso una scoperta graduale del significato della realtà, veicolata attraverso il potere della memoria.

Tutto parte da un semplice, quasi insignificante, gesto: il protagonista mangia una madeleine (un piccolo dolce) che lo riporta improvvisamente a un periodo della sua infanzia, scatenando una catena di ricordi che lo portano a rivivere il passato e ad esplorare la società francese all'inizio del XX secolo. Proust ci invita a riflettere sul potere delle passioni, sull'illusione della vita di società, e sulla continua tensione tra il desiderio di protezione e la fascinazione per l’ignoto.

Questa opera straordinaria, che mescola profondi ritratti psicologici e sociali, offre uno spunto unico per una riflessione profonda sulla memoria e sul tempo, diventando un affresco ricco di sfumature sulla condizione umana.

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