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la sua vita ripresa da telecamere

Una vita in diretta su Twitch, la storia (triste) di EmilyCC

Da oltre tre anni vive sotto l’occhio della webcam, 24 ore su 24, senza pause. Ma dietro il primato di streaming più lungo della storia si nasconde una realtà fatta di isolamento, ansia e sogni sospesi

Una vita in diretta su Twitch, la storia (triste) di EmilyCC

È il volto più persistente di Twitch, ma anche il più stanco. EmilyCC, 28 anni, è in diretta da più di mille giorni consecutivi. Ogni secondo della sua vita – dormire, mangiare, piangere, sorridere – è condiviso con il pubblico. Ha infranto ogni record di continuità sulla piattaforma. Ma a quale costo?

In una toccante intervista rilasciata al Washington Post, Emily ha mostrato ciò che le telecamere non possono catturare: una profonda solitudine, un’identità che si sgretola sotto il peso delle aspettative digitali e il vuoto lasciato dai sogni messi da parte.

“Mi sto costringendo a fare cose che non voglio fare, perché voglio che questo flusso funzioni. Lo voglio così tanto che non me ne frega più niente.”

Quando l’intrattenimento diventa una gabbia

Emily ha iniziato a trasmettere su Twitch nel 2016, mentre lavorava in farmacia e si sentiva invisibile. Il primo “subathon” nel 2021 – una maratona per attrarre abbonamenti – si è trasformato in qualcosa di più grande di lei: uno stream continuo, mai interrotto. Né per malattia, né per vacanze, né per occasioni personali. “Se mi fermo, perdo tutto”, racconta oggi.

Il flusso costante non è più solo un lavoro, ma un meccanismo di sopravvivenza: economica, emotiva e psicologica. Guadagna circa 5.000 dollari al mese, più donazioni e sponsor, ma il costo reale è ben più alto.

Il sogno interrotto: amore, casa, normalità

Oggi Emily ammette di non uscire con nessuno da sette anni. A 28 anni, il sogno di avere una casa e una relazione stabile si è dissolto, sacrificato per restare online. Anche i rapporti familiari si sono raffreddati: i genitori non comprendono la sua scelta di vivere davanti a una webcam. Non ha partecipato a matrimoni, ha rifiutato ogni invito, non ha avuto rapporti intimi. E tutto per non “deludere” un pubblico che sembra chiedere sempre di più.

“Se sono in live tutto il tempo, non devo pensare. Non devo affrontare le cose”, confessa.

La prigione digitale del consenso

EmilyCC è diventata simbolo di un’epoca in cui la presenza costante online viene scambiata per successo, ma si nutre di fatica invisibile. Il suo pubblico la adora, ma la sua vita reale è sospesa in un eterno presente fatto di performance.

E allora la domanda sorge spontanea: vale davvero la pena essere sempre connessi, se per farlo bisogna scollegarsi da sé stessi?

Emily, pur tra guadagni e notorietà, ha perso ciò che molti cercano di proteggere: la propria libertà. Non quella economica o virtuale, ma quella umana. Quella di scegliere quando spegnere tutto.

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