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il ritorno sugli schermi

Danilo Bertazzi racconta la verità e annuncia il ritorno al Fantabosco: «Avevo bisogno di ritrovare me stesso. Ecco perché ho lasciato la Melevisione»

L’attore rivela i motivi del suo addio allo storico programma per bambini e racconta la sofferenza per una fake news che ha segnato la sua vita. Oggi torna in scena grazie a Pesci Piccoli 2 dei The Jackal

Danilo Bertazzi racconta la verità e annuncia il ritorno al Fantabosco: «Avevo bisogno di ritrovare me stesso. Ecco perché ho lasciato la Melevisione»

Per chi è cresciuto negli anni Duemila, Danilo Bertazzi resterà per sempre Tonio Cartonio, il folletto gentile e curioso della Melevisione, storico programma per bambini di Rai3. Oggi, dopo oltre vent’anni, Bertazzi torna nel mondo incantato del Fantabosco grazie a un cameo in Pesci Piccoli 2, la seconda stagione della serie TV firmata dai The Jackal. In un’intervista a la Repubblica, l’attore si è raccontato con sincerità, rivelando i motivi profondi del suo addio allo show e la dolorosa esperienza legata a una fake news sulla sua morte.

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L’addio a Tonio Cartonio

Dopo sei stagioni, nel 2004 Bertazzi lasciò la Melevisione, una scelta difficile che spiazzò migliaia di bambini e genitori. «È stata come la fine di un amore», racconta. «Non c’è mai un solo motivo per cui si chiude una relazione. Avevo bisogno di riprendermi la mia vita, Tonio aveva preso il sopravvento su Danilo». Una decisione coraggiosa e incerta: «È stato un salto nel buio. Non sapevo cosa sarebbe successo, ma dovevo tornare a essere me stesso».

La malattia

A complicare tutto, ci furono anche seri problemi di salute. Già nel 2001, mentre era ancora in onda, Danilo si sottopose al primo intervento al cuore. «E poi, esattamente vent’anni dopo, nel 2021, un altro. Interventi così ti cambiano dentro, ti fanno rivedere la tua vita. Anche questo ha influito sulla mia scelta: dovevo voltare pagina».

La bufala della morte per overdose

Poco dopo l’addio alla Melevisione, iniziò a circolare una falsa notizia sulla sua morte per overdose. «All’epoca non esisteva il termine fake news, si parlava di bufale o leggende metropolitane», spiega. «Non so come sia nata, e non sono mai riuscito a capirlo. Ma mi ha fatto male. Mi faceva male leggere il mio nome associato a parole come 'droga', 'morte', 'overdose'. Avrei preferito almeno una morte da eroe…».

Il peso della calunnia fu amplificato dall’assenza dei social: «Oggi basta una storia su Instagram per smentire tutto. Allora non era possibile. Per anni ho portato dentro quel dolore. Ora, grazie ai social, sono in contatto con i bambini di allora, oggi adulti, che mi fanno sentire affetto e riconoscenza. È una bella rivincita».

Una nuova vita e l’idea della paternità

Oggi Danilo è sereno. Un anno fa ha sposato il suo compagno di vita da oltre dodici anni, Roberto Nozza. Alla domanda su un eventuale desiderio di paternità, risponde con ironia: «Ormai sono troppo vecchio (ride). C’è stato un tempo, quando avevo trent’anni e facevo una terapia intensa, in cui sognavo una familia numerosa, tanti figli, una moglie. Era il mio immaginario, forse perché non l’ho mai avuto». Ma aggiunge: «Sono sicuro che sarei stato un padre amorevole, non perfetto. Ora però posso fare il nonno o lo zio dei figli dei miei amici, e va bene così».

Tonio è tornato, ma oggi c’è soprattutto Danilo. E finalmente, dopo tanta fatica, sono in pace l’uno con l’altro.

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