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Furto al Louvre, arrestati due sospetti: tentavano la fuga in Africa

I fermati, già noti per precedenti furti, sarebbero parte della banda che ha rubato i gioielli di Napoleone

Furto al Louvre, arrestati due sospetti: tentavano la fuga in Africa

Continuano le indagini sul clamoroso furto dei gioielli napoleonici avvenuto al museo del Louvre.
La polizia francese ha fermato oggi due uomini sospettati di aver preso parte al colpo, stimato in 88 milioni di euro.
Secondo quanto riportato da Le Parisien, i due sarebbero originari di Seine-Saint-Denis, nella banlieue nord di Parigi, e risultano già conosciuti alle forze dell’ordine per precedenti reati di furto.
Gli investigatori ritengono che i due facessero parte della banda dei quattro ladri che ha portato via nove preziosi gioielli appartenenti alla collezione imperiale di Napoleone.

Bloccati all’aeroporto

L’operazione di polizia è stata rapida e a sorpresa.
Uno dei sospetti è stato arrestato all’aeroporto Charles de Gaulle, mentre cercava di imbarcarsi su un volo diretto in Algeria; l’altro è stato fermato poco dopo mentre si preparava a partire per il Mali.
Entrambi sono stati condotti alla brigata anticrimine di Parigi, dove resteranno in fermo fino a 96 ore per gli interrogatori. Le autorità vogliono chiarire se i due abbiano avuto un ruolo diretto nel furto o se abbiano agito come supporto logistico.

Ipotesi di complicità interna

L’inchiesta, coordinata dalla procura di Parigi, punta ora a individuare gli altri complici e chi abbia pianificato il colpo.
Tra le ipotesi al vaglio figura anche quella di una possibile complicità interna, forse da parte di un membro della sicurezza del museo.
Secondo The Telegraph, “fonti vicine all’indagine” avrebbero confermato che questa pista è attualmente tra le più seguite.

Le parole del ministro dell’Interno

Il ministro dell’Interno, Laurent Nuñez, ha espresso soddisfazione per il lavoro degli investigatori:

Mi congratulo con la polizia per la dedizione e la rapidità dimostrate. È essenziale proseguire con la stessa determinazione, nel rispetto del segreto istruttorio”, ha scritto su X (ex Twitter).

La svolta grazie alla polizia scientifica

Determinante, secondo gli inquirenti, è stato il lavoro della polizia scientifica.
Come riferito da BFM TV, sono stati effettuati oltre 150 prelievi di DNA sulla scena del crimine.
Durante la fuga, i ladri avevano abbandonato diversi oggetti: un casco da moto, un gilet giallo, una fiamma ossidrica e una sega circolare.
Alcuni di questi erano cosparsi di benzina, segno che i malviventi avevano tentato di distruggerli, ma non avevano avuto il tempo di farlo.

La procuratrice contro le fughe di notizie

La procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, ha criticato la diffusione prematura della notizia degli arresti:

Divulgare informazioni in questa fase può solo danneggiare il lavoro di oltre cento investigatori impegnati nel recupero dei gioielli e nell’identificazione dei colpevoli”.
Ha aggiunto che ulteriori dettagli saranno forniti solo al termine della fase di fermo.

Un colpo fulmineo contro il patrimonio francese

Il furto è avvenuto in pochi minuti, durante l’orario di apertura del museo.
Quattro uomini incappucciati, utilizzando un montacarichi, sono riusciti a portare via gli oggetti della collezione di Napoleone e dell’imperatrice Eugenia.
Tra i pezzi trafugati figurano gioielli di valore storico inestimabile; uno di essi, la corona dell’imperatrice, è stata ritrovata danneggiata.
Il presidente Emmanuel Macron ha definito il furto “un attacco al nostro patrimonio e alla nostra storia”.

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