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Economia

Boom dei consumi di carne di agnello nel torinese

L’aumento della domanda di carne ovina mette in difficoltà gli allevatori torinesi

Boom dei consumi di carne di agnello nel torinese

Il consumo di carne di agnello sta registrando un forte incremento, ma gli allevatori della provincia di Torino non riescono a far fronte alla crescente domanda. Questo fenomeno si contrappone ai timori legati all’imposizione dei dazi USA sul settore agroalimentare italiano.

La domanda di carne ovina, in particolare, è in espansione grazie all’arrivo di nuovi consumatori che, provenienti da paesi con tradizioni culinarie a base di agnello e pecora, continuano a mantenere tali usanze anche in Italia. Di conseguenza, si osserva una forte crescita dei consumi, che però non trova un’offerta adeguata sul territorio.

L’allevamento di ovini e caprini richiede spazi di pascolo all’aperto, gestiti in modo controllato e accompagnati dalla presenza di pastori esperti, una figura sempre più difficile da reperire. Inoltre, le restrizioni sui pascoli e i danni causati dai lupi, che predano centinaia di animali ogni anno, rendono la situazione ancora più complessa.

Nel territorio del Torinese si trova la maggiore concentrazione di ovini del Piemonte: circa 38.750 capi distribuiti su 516 aziende agricole, con le zone più frequentate da queste attività che sono la Val Pellice e il Pinerolese. In tutta la regione, gli ovini allevati sono circa 104.800, distribuiti su 1.542 aziende. Per quanto riguarda le capre, nel Torinese si contano 14.600 esemplari per 855 aziende, mentre in Piemonte il totale è di 55.631 capi per 2.360 aziende. Questi numeri si traducono in un valore economico che si aggira intorno ai 30 milioni di euro.

«La pastorizia ovina è una tradizione montana, una pratica antica che oggi non serve più solo a soddisfare i bisogni alimentari delle famiglie italiane, ma risponde a richieste sempre più diversificate da parte di consumatori» afferma Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino. «Per questo motivo, gli allevatori devono essere supportati, e invitiamo i consumatori a preferire agnelli e capretti a Km zero, così da contribuire anche alla tutela del territorio montano e collinare

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