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27 Novembre 2021 - 06:55
L’era a luci rosse si è spenta per sempre a marzo 2020, dopo 50 abbondanti anni di onorata carriera, di pellicole anni ‘80 mai passate di moda e di quei volti, un po’ attempati, che per anni hanno frequentato le buie sale di via Principe Tommaso. Oggi del vecchio cinema porno Maffei è rimasto ben poco: le storiche poltrone sono state smantellate e comprate da alcuni artigiani torinesi e amanti del vintage mentre le locandine, con in primo piano le avvenenti star del porno, sono sparite dalle bacheche in quanto destinate a finanziare l’associazione “Cinema teatro Maffei” che ha come obiettivo una nuova riapertura a fine gennaio del 2022.
Locandine, alcune autografate, di Luana Borgia, Eva Henger, Milly D’Abbraccio che saranno vendute per dare il là a una vera e propria campagna di crowdfunding, che come prima fase prevede proprio il lancio di un’asta di finanziamento. «L’obiettivo è riaprire e creare un contenitore polivalente - spiegano dall’associazione -, omaggiando la cultura e aprendo a progetti e idee. Noi ci metteremo l’esperienza». L’8 dicembre, presso la Casa del Quartiere di San Salvario, il gruppo composto da Erica Pontalti, Maurizio Pisani, Alessandro Maioglio, Andrea Ghiotti, insieme a un comitato di operatori culturali e artisti torinesi, presenterà “Visioni proibite; asta dell’arte pornografica del Maffei”. Un evento non soltanto dedicato ai collezionisti, curiosi e nostalgici, ma anche a chi vuole sostenere una nuova sfida culturale in città. Battitore d’eccezione sarà Gipo Di Napoli, il “sindaco” di San Salvario.
Del vecchio tempio dell’hard rimarrà la struttura che architettonicamente ha il suo perché, con i vecchi colori pastello del cinema porno. Ma il Maffei, come l’araba fenice, risorgerà riappropriandosi, dopo tanti anni di chiusura e abbandono, della propria dignità artistica per diventare il fulcro della progettualità artistica di San Salvario e non solo. «Il nostro obiettivo - continuano dal Collettivo -, è quello di aprire al panorama artistico indipendente, con un occhio di riguardo alle produzioni italiane». Uno spazio che questa volta dovrà essere di tutti, senza vincoli di età o cultura.
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