l'editoriale
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09 Marzo 2022 - 08:15
Foto: Depositphotos
Da alcuni mesi, la sua visione è diventata un incubo per donne, bambini, genitori e nonni dei quartieri San Donato e Barriera di Milano. L’uomo, 32 anni, originario di Capo verde, è un molestatore pedofilo seriale. Si piazza davanti alle scuole, agli asili, nei cortili delle case, o al parco giochi. Si abbassa i pantaloni e si avvicina, facendo gesti osceni, ai più piccoli. Non sono serviti a nulla cinque arresti, effettuati dallo scorso agosto (l’ultimo risale a tre giorni fa). L’uomo, dopo una notte passata in una camera di sicurezza, torna sempre libero. Durante la direttissima il giudice ordina la scarcerazione, perché nessun pm è in grado di chiedere per lui la misura di custodia cautelare in carcere, visto che, dopo la riforma normativa del 2016 (disposizioni in materia di depenalizzazione) la galera non è consentita come misura se la pena del reato prevista dal codice penale è inferiore ai cinque anni.
Nel caso dell’uomo di Capo verde, indagato per atti osceni in luogo pubblico commessi in zone frequentate da minorenni, in caso di condanna la pena è di quattro anni e sei mesi di reclusione. Per soli sei mesi di differenza, la procura non può chiedere e ottenere che il pedofilo venga incarcerato. E lui, tuttora, è libero. Continua a colpire, impunemente. A nulla è servito l’obbligo di firma ordinato dal gip il 22 febbraio, dopo il terzultimo arresto del 19 febbraio. Il 3 marzo il maniaco è stato di nuovo sorpreso, e arrestato dalle Volanti della polizia, dopo che aveva seguito una donna, e dopo che si era masturbato in un cortile gremito di bambini (in via Perosi). Lo stesso giorno il maniaco era stato visto abbassarsi i pantaloni davanti alla scuola materna Fanciulli, in via Mercadante, davanti gli sguardi attoniti e spaventati dei piccoli alunni. Anche in quel caso, il pm di turno (Paolo Scafi), come i suoi predecessori, non aveva potuto fare altro che chiedere la misura dell’obbligo di firma, che peraltro l’indagato aveva già. Dopo essere stato scarcerato, il 6 marzo, passate 48 ore, il pedofilo è tornato a colpire, di nuovo nei pressi di una scuola (elementare Manzoni). È stato quindi di nuovo fermato, verso piazzetta Zamenhoff (zona Campidoglio) ma anche in questo caso il pm di turno (Francesco La Rosa) si è trovato con le spalle al muro: impossibile, con l’attuale normativa, chiedere la galera. La stessa gip Anna Mascoli, in una recente ordinanza, riconosce che l’indagato è recidivo e che il «quadro indiziario è grave». Oltre ai due arresti di marzo, e a quello del 19 febbraio, ne risultano altri due: il 26 dicembre il trentenne è stato fermato sul tram, mentre si masturbava. E basta andare indietro nel tempo di pochi mesi, ad agosto e settembre, per scoprire che l’uomo era stato nuovamente fermato. Le segnalazioni dei residenti si contano a decine. Ma il pedofilo è sempre libero.
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