Solo otto ispettori in tutto il Piemonte, una giustizia in materia di sicurezza sul lavoro che non funziona, pochissimi controlli nelle imprese. Ed ecco spiegato il boom degli incidenti. Tanti i temi di cui si è discusso ieri nell’assemblea regionale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, organizzata dalla Cgil. Solo l’altro giorno, il dato secondo cui a Torino il numero degli incidenti quest’anno è aumentato d e l l’86% rispetto all’anno scorso, e che i morti da gennaio a maggio in Piemonte sono già trentadue.
Chi dovrebbe controllare sono gli ispettori del lavoro. Peccato che non ci siano, visto che in tutto il Piemonte sono solo in otto. Bruno Giordano, direttore dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, ha provato a rassicurare tutti: «Stiamo assumendo 2580 persone in tutta Italia e in Piemonte gli ispettori tecnici, che ora sono otto, diventeranno alcune decine».
Raffaele Guariniello, ex procuratore di Torino, ha bacchettato proprio il sistema giudiziario del settore: «La giustizia in materia di sicurezza sul lavoro non fa più paura a nessuno. Dal 2016 in avanti la Cassazione ha emesso almeno trenta sentenze di proscioglimento o assoluzione dopo le tragedie sul lavoro. Prima invece le condanne le confermava, comprese quelle richieste dal sottoscritto. Oggi se cade una gru - ha affermato Guariniello - si indaga solo su quella singola gru, invece bisogna indagare su tutte le altre, perché le tragedie devono insegnare a prevenire».
Guariniello ha poi ribadito un suo vecchio cavallo di battaglia: «Ci vuole una procura nazionale per la sicurezza sul lavoro. Perché la vigilanza può anche funzionare, ma se poi la giustizia fa acqua, siamo daccapo». Le ispezioni, purtroppo, sono scarsissime o in alcuni casi assenti. In Piemonte si stima che un’impresa edile riceva un controllo ogni vent’anni. «Ci vogliono più ispezioni, l’obiettivo - ha sottolineato Giorgio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte - è avere zero morti nei cantieri. Invece non sappiamo nemmeno quante sono state le ispezioni in Piemonte da inizio anno. Un controllo ogni vent’anni è una vergogna, di questo passo un’impresa, visti i tempi, può persino fallire senza essere stata controllata».
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«Ci vogliono strumenti tecnici ma non bastano per migliorare la sicurezza sul lavoro. E’ necessaria la volontà politica», ha sottolineato Francesca Re David, della segreteria generale Cgil. «Per aumentare le ispezioni - ha aggiunto - c’è un solo modo: aumentare il numero degli ispettori, e vanno messe in campo anche le Asl. Invece il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione ha indebolito Asl e ispettorati del lavoro». Che sarebbero proprio le strutture preposte al controllo delle imprese.
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