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Il caso

La zia d’America da 2 milioni e quei testamenti di troppo

Sotto accusa finisce un avvocato. «Onorina ossessionata dal denaro»

La zia d’America da 2 milioni e quei testamenti di troppo

Il borsellino sempre in tasca, il controllo ossessivo del denaro, la paura che qualcuno potesse rubarle tutto: così Onorina Pomatto, nata negli Stati Uniti nel 1925 e trasferitasi da giovane in Canavese con la famiglia, viveva gli ultimi anni di vita. Un patrimonio stimato in oltre due milioni e mezzo di euro tra immobili, un autolavaggio, conti correnti e titoli di Stato. La sua attenzione al denaro era quasi maniacale, ogni movimento, ogni operazione sotto il suo stretto controllo. Ma negli ultimi mesi, tra il 2019 e il giorno della sua morte, il 22 agosto 2021, le disposizioni testamentarie cambiarono con una rapidità vertiginosa: otto testamenti in poco più di due anni, tre dei quali stilati nel giro di un solo mese, tutti improvvisamente orientati a favorire l’avvocato Renato Naretto, fino ad allora sconosciuto come erede. Secondo la pm Valentina Bossi, Naretto avrebbe approfittato della fragilità mentale della donna, inducendola a sottoscrivere testamenti a suo favore. L’avvocato, difeso dal collega Ferdinando Ferrero, difende la propria condotta con decisione, sostenendo la piena lucidità della signora e la sua autonomia nel disporre del patrimonio. Ieri in aula sono emersi dettagli che raccontano una vita segnata dalla precisione, dalla paura di essere derubata e dalla crescente fragilità negli ultimi anni. Il bancario che seguiva i conti correnti di Onorina ha ricostruito le operazioni, le giacenze elevate, gli investimenti in titoli e i prelievi importanti, sempre controllati dalla signora e dall’amministratore di sostegno. Ricorda un episodio del 2019, quando la donna volle prelevare 300mila euro in contanti dopo aver sentito voci sulla possibile crisi della banca: il bancario la convinse a procedere con un bonifico verso un altro istituto, preoccupato dalla sicurezza dei soldi. Onorina temeva continuamente che qualcuno potesse sottrarle il denaro, controllava porte e telecamere di casa e chiamava ripetutamente persone conosciute, talvolta più volte nello stesso giorno, per accertarsi della sicurezza del patrimonio. Anche il parroco, don Raffaele Roffino, ha confermato come la signora fosse sempre presente alle messe e attenta ai lasciti alla parrocchia. Ha ricordato incontri con Naretto e con i parenti convocati dopo la morte di Onorina per illustrare le disposizioni testamentarie, che si susseguivano senza una logica chiara e con modifiche frequenti, ma senza cifre precise menzionate.

Renato Naretto

La badante Maria, convivente h24 dal 2019 al 2021, ha descritto una donna «ossessiva, attaccata ai soldi, spesso confusa, diffidente, con una routine di pasti, pulizia, passeggiate e continui controlli, con telefonate e richieste ripetute». Un altro particolare in aula attrae l’attenzione. L'avvocato delle parti offese Pierpaolo Piolatto ha fatto riprodurre un vocale. Un file audio che è stato estrapolato da una conversazione su Whatsapp. Si evince che Naretto aveva convinto Onorina a non vaccinarsi. Erano i tempi della pandemia, dove gli anziani, in teoria, dovevano essere i primi a sottoporsi al siero. «La signora aveva diverse patologie» afferma anche il medico curante che l’aveva a carico. Il dottore parla di problemi dovuti all’età ma anche a patologie croniche. E poi, una donna che è stata la sua convivente quando la badante era in ferie «con Onorina ci conoscevamo da tanti anni. Circa una trentina. Quei giorni, però, a volte mi chiedeva chi fossi e perchè mi trovassi lì. Era spaesata. E mi domandava se volessi esser aggiunta nel testamento. Rifiutai. Ho una coscienza» conclude.

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