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Il Borghese

Elkann, i giornali dopo le fabbriche (e 40 miliardi). E se la Fiat diventa cinese?

Il Financial Times: "La cessione di Gedi è il disimpegno da Torino". Le cessioni da Magneti Marelli a Iveco

appunti gedi

La vendita di Stampa e Repubblica come (ennesimo) segnale del disimpegno degli Agnelli/Elkann da Torino. E stavolta non siamo noi, oppure Carlo Calenda, a dirlo ma il prestigioso Financial Times. Il quotidiano economico ha analizzato il caso della vendita dei quotidiani del gruppo Gedi, in particolare di Stampa che «è stata una partecipazione altamente simbolica nel portafoglio della famiglia perché ha sede nella loro città natale, Torino, dove ha sede la loro casa automobilistica Fiat, ora parte del gruppo Stellantis, quotato a Parigi». E con sede legale in Olanda, en passant.

Secondo il Financial Times, la vendita di Gedi è «un segno del distacco della famiglia dal suo Paese d’origine. Le vendite del gruppo sono crollate negli ultimi anni ed Exor, che è anche azionista della rivista The Economist, ha cercato di razionalizzare le partecipazioni cedendo attività più piccole e non strategiche. Nel 2024 il gruppo ha registrato una perdita di 15 milioni di euro e un fatturato di 224 milioni di euro, rispetto ai 900 milioni di euro del 2015».

Niente questioni affettive, dunque, anche se John Elkann è divenuto presidente dell’editrice della Stampa (all’epica Italedi) quando aveva appena 21 anni, nominato da suo nonno Gianni Agnelli che lo aveva appena cooptato nel cda di Fiat. I quotidiani perdono - mentre le radio sono l’unico asset in attivo -, dunque Exor, la potente holding di famiglia, se ne libera: perché l’urgenza è sempre monetizzare, garantire valore finanziario. Per dimostrarlo, basti pensare che in poco più di quindici anni, da quando è salito alla guida di Exor, John Elkann è diventato a livello personale più ricco di quanto fosse suo nonno - con circa 2,5 miliardi di dollari - ed Exor è passata da una capitalizzazione di 8 miliardi di euro agli attuali 42 miliardi circa di GAV ossia il valore totale degli attivi.

Ma per giungere a questa capitalizzazione, Exor ha venduto nell’arco del tempo importanti pezzi dell’impero: da Magneti Marelli, ceduta nel 2018 per 6,2 miliardi di euro ai giapponesi di Calsonic Kersel, che poi l’hanno passata al fondo KKR, portandola alla procedura di fallimento (con 1.600 dipendenti nello stabilimento di Venaria che temono per il loro futuro) a Comau, di cui Stellantis ha ceduto il 50% al fondo americano One Equity Partner, con l’intenzione - emersa di recente - di esercitare la clausola che consente entro tre anni la cessione completa anche della parte rimanente. E infine c’è Iveco, lo spezzatino per cui il ramo Defense va a Leonardo - partecipata dal Ministero dell’Economia - e quello automtive agli indiani di Tata Group: valore totale dell’operazione, attorno ai 5,5 miliardi. In attesa di fare la medesima operazione con Cnh, Case New Holland ossia ex Fiat Industrial, il primo degli asset a essere traslocato in Olanda come sede legale, nel 2013.

Una volta diventato presidente di Fiat, con Sergio Marchionne come amministratore delegato, Elkann ha da subito cercato lidi fiscalmente più accoglienti, anche se il trasloco della sede legale di Exor, sempre in Olanda, nel 2016, è costato 750 milioni di euro dopo un accordo transattivo con il Fisco. L’anno prima era stata stabilita ad Amsterdarm la sede legale di Fca, esattamente dove ora c’è quella di Stellantis, gruppo franco-italiano-americano in cui l’ex Fiat contra per il 15% scarso. Nel 2015, anche Ferrari era volata in Olanda.

Amsterdam e Londra sono le piazze preferite, anche per il mercato, come dimostra la sede di Lingotto, la holding “personale” di John Elkann che solo per breve tempo ha avuto sede al Lingotto vero e proprio (dove un tempo c’erano anche uffici di Exor e oggi non più) e al momento ha investito qualcosa come 5 miliardi di dollari a Wall Street.

Lato economico a parte, c’è anche chi sostiene che Elkann esca dall’editoria per colpa del «bombardamento mediatico». Lo ha detto il direttore della Stampa, Andrea Malaguti, a La7, citando anche l’arrivo di droni sopra la sua abitazione - un tentativo della troupe di Porta a Porta -, un fatto che, osserva Malaguti, in altri Paesi avrebbe provocato «uno scandalo immediato». La crisi Stellantis, i guai legati all’Eredità Agnelli, quelli della Juventus, i flop Ferrari: Elkann non ha mancato di finire sotto i riflettori, in effetti, in questi anni. Ma si tratta di cronaca.

Elkann ha la residenza a Torino, non solo la villa quasi di fronte a Villa Frescot, e ha sempre rivendicato l’importanza della città per la sua famiglia. Sottolineata anche di recente, con il lancio della Fiat 500 Ibrida a Mirafiori. Ma nell’economia di Stellantis, ormai fortemente orientata verso l’America, quanto pesa realmente Fiat? Certo, rimarrà a Torino e continuerà a fare auto: ma se dovesse realizzarsi la “profezia” dell’ex ceo Carlos Tavares, ossia la divisione del Gruppo: la parte americana indipendete da quella europea e Fiat sotto il controllo dei soci cinesi di Leapmotor. Chi se la sente, ormai, di escludere qualcosa?

Quanto alla Juve, c'è la smentita ufficiale in risposta alle offerte di Tether o ai rumors sul principe bin Salman. Ma va detto che fino a pochi giorni fa veniva smentita ogni trattativa anche riguardo La Stampa o Repubblica...

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