Domenica rassicurava i giornalisti, ma Elkann aveva già venduto (anche) La Stampa?

Domenica scorsa, nella redazione con ancora i segni della devastazione subita a opera degli antagonisti, John Elkann diceva chiaramente «Continueremo a informare i lettori senza farci intimidire da nulla e da nessuno». Sì, i giornali del gruppo Gedi continueranno a informare i lettori, ma con un altro proprietario. Elkann avrebbe già raggiunto un accordo per vendere le sue storiche testate: non solo Repubblica, ma anche La Stampa. E l’acquirente sarebbe il gruppo greco Antenna Group degli armatori greci Kyriakou (con il fondo Pif del principe saudita bin Salman).

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Gli armatori fissano il prezzo per il gruppo Gedi, mentre i veneti di Nem esitano e cercano un socio piemontese

Un pacchetto completo, che comprende anche le radio del gruppo. Con il fatto, però, che i greci non sembrano interessati alla Stampa, dunque sarebbero intenzionati a cederla successivamente. Il pretendente più accreditato è sempre il gruppo veneto Nem, del banchiere Enrico Marchi, supportato da un nome importante dell’imprenditoria piemontese. Il nome che si fa è quello del costruttore Dogliani, ma alcune voci rilanciano anche l’armatore Gianluigi Aponte che già aveva rilevato il Secolo XIX.

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Elkann, dunque, esce dall’editoria, almeno a Torino, perché Exor è sempre azionista di riferimento dell’Economist. Il fatto, soprattutto, è che con questa mossa gli Agnelli/Elkann dicono addio a un altro pezzo storico del proprio capitale, a una presenza importante a Torino (come già accaduto con Iveco, tanto per ricordare). Uno scenario che pare contrastare con le dichiarazioni stesse di Elkann a Mirafiori, ossia che l’Italia è centrale per Stellantis, per Fiat, per il Gruppo e anche per la Famiglia. Certe scelte, però, al di là dei buchi di bilancio del quotidiano, sembrano contraddire queste dichiarazioni. Quali sono le reali intenzioni di Elkann? Torino quanto pesa nell’economia del Gruppo (e sua)?