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Il caso
22 Agosto 2023 - 14:48
A Oulx, ogni giorno, passano almeno cento migranti diretti verso la Francia. E il centro temporaneo di via Traves ne vede ancora di più: lì, dove solitamente vengono ospitati i senzatetto, passano decine di profughi che poi vengono "smistati" nei centri d'accoglienza sparsi per la provincia. Sono 338 centri in 64 comuni del Torinese, di cui 6 destinati a oltre cento persone (soprattutto famiglie). Ma ci sono anche casi limite, come quello di Chiaves: una 50ina di nordafricani sono stati accolti in una ex Rsa al centro di una borgata che conta cento residenti (sotto il Comune di Monastero di Lanzo).
Ecco come l'emergenza migranti sta colpendo fra Torino e provincia, dove cominciano a montare le polemiche di cittadini e sindaci. D'altronde il prefetto Raffaele Ruberto lo aveva detto appena tre settimane fa: «Stiamo vivendo una situazione di grande impegno con i migranti e non possiamo negare quanto sia gravoso: è ufficialmente un’emergenza a causa degli ultimi arrivi in Italia. E’ poi prevista una redistribuzione: il Piemonte é una grande regione, quindi riceveremo tante persone a Torino, che poi distribuiremo fra le altre province».
I numeri ufficiali, al momento, sono quelli dei quattro bandi lanciati dalla Prefettura nei giorni scorsi per trovare spazi adatti a diventare centri d'accoglienza. In tutto puntano a offrire 4.495 posti a fronte di un costo di circa 35 euro a migrante (a carico dello Stato): «Siamo già a 4mila in questo momento ma il bando consente di aumentare i numeri del 50% - entra nel dettaglio Ruberto - Quindi potremo accogliere circa 2mila persone in più».
Ma è solo uno dei fronti su cui gli enti locali stanno lavorando per “tamponare” l’emergenza immigrazione. La Croce rossa, che già gestisce il centro di prima accoglienza a Settimo, ne ha aperto un altro in via Traves: d'inverno i container a due passi dallo Juventus Stadium sono destinati ai senzatetto. Ora accolgono i profughi, che non ci stanno e servono anche delle tende.
Non solo: «Stiamo lavorando a un hub aggiuntivo per la primissima accoglienza - comunica Giuseppe Vernero, presidente della Cri di Torino - Avrà 200-300 posti e offrirà ospitalità per 5-7 giorni, in modo da garantire cure mediche in attesa che si liberino i posti nei centri di accoglienza».
Questa disponibilità della Croce rossa è figlia dell’accordo che il comitato nazionale ha stipulato con il Ministero dell’Interno: «Stiamo ragionando sulla sede, ci sono diverse opzioni e siamo già in contatto con alcuni sindaci - conclude Vernero - Dipenderà dalla Prefettura, che dovrà dirci il numero di posti e se dovremo concentrarci su adulti, famiglie o minori non accompagnati».
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