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IL CASO

Torino dice addio a Bruno Segre. Ma lui è vivo e sta bene

Il cordoglio del mondo politico torinese e poi la smentita definitiva della badante

Bruno Segre

Bruno Segre

I primi messaggi di cordoglio per la scomparsa di Bruno Segre sono arrivati intorno alle 17 di oggi pomeriggio. «La città perde un protagonista unico. Addio Bruno Segre avvocato, partigiano, laico e antifascista, un gigante» scrive l'assessore comunale alla Sicurezza Gianna Pentenero. Pochi minuti dopo, alle 17.18, una nota agenzia nazionale batte il lancio: "Resistenza: è morto l'ex partigiano Bruno Segre, aveva 104 anni". Peccato che non fosse vero. 

E' bastata una telefonata alla sua badante per scoprire che Segre in realtà stava bene. «E' tornato ieri dalla montagna e aspetta con ansia il suo prossimo compleanno, il 4 settembre» ci spiega, ma la ruota del cordoglio ormai è partita. 

I radicali di Torino mandano un lungo comunicato di condiglianze. Il leader di Torino Bellissima Paolo Damilano scrive sui suoi social: «La storia di Bruno Segre è la storia di Torino. Una storia di libertà, lotta, sacrificio, testimonianza. La nostra vicinanza ai suoi cari». Anche l'ex sindaca di Torino Chiara Appendino si affretta a scrivere un commento, poi celermente rimosso dai suoi staffisti.

Per un'ora circa si sono rincorse notizie contradditorie e le home page dei giornali apparivano in rapido mutamento. Poi la stessa Pentenero, che per prima ne aveva dato notizia, ha fatto marcia indietro. «Con sollievo apprendo che il nostro avvocato Bruno Segre si trova a casa e sta trascorrendo un'estate torinese. Mi scuso con lui, con tutti e tutte, sperando che sia un augurio di ancora una lunga e serena vita».

Si sarebbe trattato di un semplice caso di omonimia. Un errore in buona fede, che mostra tuttavia come le tastiere siano più veloci delle notizie.  

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