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I retroscena del miracolo di via Nizza

"La bimba è precipitata a 60 Km orari. Ha subito lo stress di un astronauta"

Le spiegazioni di un fisico danno la misura dell'impresa di Mattia: "Ha agito in meno di due secondi, ha usato la forza che serve per sollevare 200 chili"

La piccola Frida, la bimba di quattro anni caduta dal balcone del quinto piano, sta bene. E anche il suo eccezionale salvatore, Mattia Aguzzi, che l'ha afferrata al volo. E che siano praticamente incolumi è il vero miracolo, più ancora del gesto del giovane Mattia. Perché la piccola è precipitata a una velocità di 60 chilometri orari. E lui ha avuto meno di due secondi per evitare la tragedia.

I calcoli li ha fatti il professor Piero Martin, docente di fisica sperimentale presso l'Università di Padova. "Supponiamo che la bambina pesi 15 chili. È caduta dal quinto piano, ossia da un'altezza di 15 metri. Il suo volo è durato meno di due secondi e si è concluso ad un metro da terra, più o meno, tra le braccia di Mattia. La velocità della bambina dopo 14 metri era di circa 60 chilometri all'ora. Un'energia di circa 2.200 joule è confrontabile a quella di un adulto in bicicletta che ti investe a 25 chilometri all'ora.

In meno di due secondi, Mattia non ha praticamente avuto il tempo di riflettere, a farlo agire è stato l'istinto, che ha compensato la mancanza totale di tempo per prepararsi anche all'impatto: in quel momento, in meno di due decimi di secondo infatti, i due hanno dissipato l'intera energia cinetica nell'impatto. Dice il professor Martin che Mattia "ha esercitato la stessa forza richiesta per sollevare duecento chili". 

La bimba, invece, nell'impatto "ha subito una decelerazione superiore a quella di un astronauta durante il lancio, anche se per un periodo di tempo più breve. Ci troviamo ai limiti della resistenza".

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