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violenze
02 Dicembre 2023 - 09:44
Ecco com'è ridotto Mohammed, pestato in corso Giulio Cesare
Gli hanno spaccato la faccia col tirapugni, lasciandolo sanguinante a terra e rubandogli la bici e il cellulare. Vittima di questo violento pestaggio, con annessa rapina, Mohammed En Nahhal, 36enne marocchino residente a Vercelli. Mohammed era arrivato a Torino per visitare la città, e ha subìto il pestaggio in corso Giulio Cesare. «Avevo perso l’ultimo treno disponibile per tornare a Vercelli - racconta Mohammed, dopo essere stato dimesso dall’ospedale San Giovanni Bosco con 40 giorni di prognosi - e così avevo deciso di restare in giro fino al mattino successivo». Mohammed - che è anche invalido al 67% - è andato a prendere qualcosa da bere al Bar Corazon di corso Giulio Cesare, intorno alle tre di notte. «Una volta entrato nel locale - prosegue la vittima - ho visto un ragazzo con del sangue sulla mano. Mi ha detto di essere marocchino, aveva i capelli ricci e parlava poco l’italiano. Avrà avuto poco più di 20 anni». Il giovane si è avvicinato a Mohammed e gli ha sporcato il suo giubbotto col sangue che aveva sulla mano. Ma con ogni probabilità, quel gesto è stato fatto apposta. «Si è scusato e ha chiesto alla barista un fazzoletto per pulirmi il giubbotto ed è uscito dal bar, ma in quel momento io mi sono accorto di non avere più il telefono». Un iPhone 14 Pro grigio.
A quel punto Mohammed è uscito dal Bar Corazon chiedendo spiegazioni al 22enne, che però l’ha spinto violentemente. Una trappola, quindi, perché in men che non si dica sono subito arrivati altri due uomini, complici del ragazzo marocchino, che hanno iniziato a pestare Mohammed. Il 22enne avrebbe anche tirato fuori un tirapugni. Il 36enne Mohammed ha perso i sensi e si è svegliato all’ospedale San Giovanni Bosco. Senza più il suo iPhone, e anche senza la sua bicicletta che aveva lasciato legata fuori dal bar. Trauma cranico facciale con frattura orbitaria, la diagnosi dei dottori del San Giovanni Bosco. Mohammed è stato mandato a casa l’altro ieri, è andato a sporgere denuncia alla stazione dei carabinieri Barriera Milano, ed è ancora sconvolto per quanto successo. «Ho ancora dei dolori, ma quello che mi fa più male è che non ho più il mio telefono e soprattutto la mia bici. Me l’aveva regalata mia sorella al mio compleanno».
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