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Influenza e Covid, picco a Capodanno. Di Perri: «Ospedali già sotto pressione»

Il direttore dell’Amedeo di Savoia avverte: «Entro un mese ci sarà carenza posti letto»

Di Perri

Giiovanni Di Perri

Influenza e Covid mettono a dura prova gli ospedali della città. Per ora la situazione appare sotto controllo, ma il picco dei contagi - atteso tra Natale e Capodanno - rischia di creare non pochi problemi di gestione nei reparti e al Pronto Soccorso. Non nasconde una certa preoccupazione, il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, Giovanni Di Perri. «Il nostro sistema sanitario zoppicava già prima del Covid e ora la pressione è doppia» commenta, ricordando quando - ben prima della pandemia - il boom di influenza costringeva i più fragili a passare notti in barella, in mancanza di posti letto in reparto.

«La somma algebrica dei malati di Covid, più i contagiati dall’influenza porterà a un aumento della pressione ospedaliera» spiega Di Perri. È semplice matematica. «I pazienti con il Covid si sommano ai contagiati da virus stagionali. Il tutto in un contesto strutturale già fragile» prosegue ancora il virologo e affonda il colpo (politico) contro la gestione «scellerata» della sanità negli ultimi vent’anni almeno.

«In un mese vedremo il sovraffollamento degli ospedali e la carenza dei posti letto» preannuncia, ma rispetto alla virulenza della malattia appare rassicurante. «Non vediamo più il 40enne sano finire il terapia intensiva a causa del Covid». Tuttavia, è bene tenere a mente che il Piemonte è la terza regione più anziana d’Italia. «Dobbiamo concentrarci per salvaguardare il bacino dei più fragili» sottolinea Di Perri. In altre parole: i numeri dei contagiati dal Covid sono in aumento in Piemonte, ma in termini di ricoveri e rischio per la vita riguardano una percentuale ridotta della popolazione. «Ricoveriamo soggetti con problematiche croniche e con patologie pregresse - spiega ancora il medico -. La febbre del Covid porta all’aggravarsi di situazioni già critiche e quindi si rende necessario ricorre a strumenti per la respirazione assistita o per la ventilazione». Ancora una volta i soggetti più a rischio sono coloro che presentano delle cardiopatie, ipertensione, diabete o subiscono lo stress fisico della chemioterapia. Per quanto riguarda invece l’andamento delle vaccinazioni, Di Perri non sembra turbato dalla bassa adesione dei piemontesi: «Molti hanno contratto la malattia negli ultimi mesi, perciò possono considerarsi ben immunizzati» conclude

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