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SANITA'

Influenza Australiana: il virus che minaccia anche il cervello

Un’ondata di influenza arriva dall’Australia e promette di non risparmiare nessuno: febbre alta, dolori e sintomi neurologici sono solo l’inizio. Il primo caso grave segnalato a Genova riaccende l’allarme, ma per gli esperti è la vaccinazione l’unica vera arma

Influenza Australiana: il virus che minaccia anche il cervello

Non si tratta solo di febbre, tosse e mal di testa: l’influenza che sta già bussando alla porta degli italiani potrebbe rivelarsi più insidiosa di quanto siamo abituati a pensare. Si chiama A-H3N2, ma per gli amici – o meglio, per i nemici – è ormai “l’Australiana”. La sua origine? Come il nome suggerisce, è nata proprio in Australia, dove oltre 15 milioni di persone sono già state contagiate.

Ma perché questa variante è diversa? “Più è nuova la variante, meno efficaci sono le difese immunitarie acquisite negli anni,” spiegano gli esperti. E il Piemonte, già colpito duramente, vede schizzare oltre i 67mila i casi di sindromi simil-influenzali. Niente di nuovo sul fronte dei sintomi: febbre (spesso alta), dolori muscolari e articolari, mal di testa e stanchezza debilitante. Per bambini e anziani, però, la faccenda può complicarsi, e proprio qui entrano in gioco i sintomi neurologici che destano preoccupazione.

FRANCESCO DE ROSA

Il primo caso noto, un uomo di 76 anni ricoverato a Genova, ha evidenziato proprio questo “tropismo” del virus verso vari organi, cervello compreso. Sintomi come perdita di gusto, difficoltà respiratorie, e perfino disorientamento mentale, lasciano intendere che non sarà ‘una bella stagione influenzale’”come ha dichiarato su X Matteo Bassetti, direttore di Malattie Infettive del Policlinico San Martino, l’ospedale ligure dove è ricoverato il 76enne. L’uomo ha dichiarato che non riesce nemmeno più a riconoscere la moglie.


Il virus sembra, quindi, avere una propensione per attaccare il sistema nervoso. In molti, complice il recente caso di Genova, si chiedono quindi se l’Australiana “faccia davvero male al cervello”. Per il dottor Francesco De Rosa, infettivologo della Città della Salute e professore all’Università di Torino, la questione va presa con le pinze: “Da qui a dire che succeda a tutti ne passa di acqua sotto i ponti. Vorrei ricordare che ogni influenza può, in teoria, intaccare diversi organi, anche il cervello.” Non tutti, insomma, svilupperanno sintomi neurologici.
Per ora, l’arma più efficace è sempre la stessa: il vaccino. “La profilassi è essenziale, soprattutto per anziani, bambini e persone fragili" ribadisce De Rosa, perché, anche se il vaccino non protegge al 100%, aiuta a mitigare gli effetti del virus. Come riconoscerla dal Covid e non fare confusione con la simile sintomatologia? De Rosa ricorda che l’unico modo per verificare è sottoporsi al “solito tampone”.
Insomma, mentre l’Australiana sembra prepararsi a fare il suo ingresso trionfale, i medici italiani avvertono: meglio vaccinarsi e stare in guardia, perché, come dice il dottor De Rosa, “speriamo che il buongiorno non si veda dal mattino.”

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