Immaginate di assistere a un incontro di boxe. Due pugni: un gancio, un montante. Colpi netti, strategici, che lasciano l’avversario a terra, senza possibilità di replica. È proprio così che le cellule difettose vengono "mandate al tappeto" prima che possano trasformarsi in tumori, grazie alla scoperta di un team di ricercatori dell'Università di Trento e del CeMM di Vienna, pubblicata su Science Advances. E la scienza, oggi, con questa combinazione micidiale, potrebbe migliorare le terapie contro i tumori del sangue.
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Ma come funziona il “match”? Immaginate una cellula che sbaglia a dividersi. Questo errore, in cui i cromosomi vengono spartiti male, potrebbe degenerare in un tumore. Qui interviene il primo colpo, quello dell’allarme cellulare: la presenza di un eccesso di "centrosomi" — quelle minuscole strutture proteiche che funzionano come carrucole per tirare e separare i cromosomi durante la divisione — segnala alla cellula che qualcosa non va. È come una sirena rossa che scatta, allertando un sistema speciale: il PIDDosoma, una complessa struttura molecolare che chiama in campo l’enzima caspasi-2. Questa è la miccia che innesca l’intera reazione.
Il primo colpo lo sferra la proteina BID, una sorta di "cecchino" interno alla cellula, che attacca i mitocondri, le centrali energetiche vitali della cellula, causando un collasso generale. E se BID dovesse fallire? Ecco che entra in scena il leggendario “soppressore tumorale” p53, un’altra proteina che non lascia scampo e avvia una cascata di segnali che portano alla morte cellulare. Insomma, è un gioco di squadra: se uno manca il bersaglio, l’altro non lascia scampo. E questo garantisce che le cellule difettose vengano eliminate, perfino quando BID o p53 non sono pienamente operative.
Per i tumori del sangue, in particolare, questa scoperta apre scenari interessanti. Rafforzare l’azione del PIDDosoma potrebbe infatti rendere le terapie più efficaci, puntando proprio sulle cellule che sbagliano a dividersi e mettendo fuori gioco quelle difettose prima che diventino pericolose. E c'è di più: Andreas Villunger, a capo della ricerca, spiega che valutare l’attività di BID e caspasi-2 potrebbe aiutare a identificare i pazienti che rispondono meglio ai farmaci in grado di interferire con la divisione cellulare.
È la nuova strategia di precisione per combattere i tumori. In questa partita, l'avversario è ancora in piedi, ma con una combinazione come questa, la scienza ha trovato il suo gancio destro.