Cerca

Approfondimento

Quante bombe inesplose restano in Italia dalla Seconda Guerra Mondiale?

"Sono ordigni tuttora pericolosi" denuncia Roberto Serio segretario Generale dell’ANVCG

Quante sono le bombe inesplose della Seconda guerra mondiale in Italia?

Quante sono le bombe inesplose della Seconda guerra mondiale in Italia?

Il recente ritrovamento della bomba da mortaio nel Po, all’interno del Parco del Meisino a Torino, non è un caso isolato. Ogni anno, in Italia, si registrano centinaia di segnalazioni di ordigni bellici inesplosi.

Secondo i dati dell’ANVCG (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra), si stima che oltre 25mila ordigni risalenti alla Seconda Guerra Mondiale siano ancora presenti nel sottosuolo italiano, spesso a pochi metri di profondità. Mine, granate, bombe a mano e proiettili d’artiglieria giacciono sotto campi, città e corsi d’acqua, soprattutto nelle aree un tempo teatro di scontri.

“Sono ordigni tuttora pericolosi, anzi sempre più pericolosi – spiega Roberto Serio, Segretario Generale dell’ANVCG – perché l’unico elemento che il tempo deteriora è la spoletta. Questo rende l’ordigno più instabile”.

Il problema non riguarda solo la Seconda Guerra Mondiale. Nelle zone alpine si trovano ancora bombe chimiche della Prima Guerra Mondiale, caricate con gas tossici, che rappresentano una minaccia ancora più insidiosa per l’ambiente e per le persone.

Quando ci si imbatte in questi ordigni l'invito è quello di non avvicinarsi e di chiamare le autorità competenti.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.