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IL FATTO

Sindacato e 'ndrangheta, la Cisl contro il suo ex funzionario: “Ha tradito il ruolo”

Secondo l’accusa, Ceravolo avrebbe sfruttato la sua posizione per favorire gli interessi dell’organizzazione criminale

Sindacato e 'ndrangheta, la Cisl contro il suo ex funzionario: “Ha tradito il ruolo”

La Cisl ha deciso di costituirsi parte civile contro Domenico Ceravolo, ex funzionario del sindacato arrestato nei mesi scorsi nell’ambito di un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino condotta insieme al Gico della guardia di finanza. Ceravolo è accusato di appartenere a una cellula della ‘ndrangheta calabrese radicata in Piemonte. La decisione della sigla sindacale arriva in risposta a quello che viene considerato un grave danno di immagine: secondo l’accusa, Ceravolo avrebbe sfruttato la sua posizione di sindacalista nel settore edile per favorire gli interessi dell’organizzazione criminale. Una circostanza ritenuta inaccettabile dalla Cisl, che intende chiedere il risarcimento per il discredito arrecato alla confederazione. La notizia è emersa questa mattina nel corso dell’udienza preliminare che si sta celebrando presso il tribunale di Torino, dove Ceravolo compare assieme ad altri cinque imputati. Tra questi anche Francesco D’Onofrio, ritenuto il capo dell’articolazione della ‘ndrangheta di Vibo Valentia trapiantata in Piemonte. D’Onofrio, difeso dall’avvocato Roberto Lamacchia, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato condizionato all’audizione di due testimoni. Altro imputato di rilievo è Giacomo Lo Surdo, considerato un membro storico della ‘ndrangheta calabrese, il quale ha invece chiesto di patteggiare la pena. È difeso dall’avvocato Domenico Peila. Ceravolo, assistito dal legale Christian Scaramozzino, ha optato anch’egli per un rito abbreviato. s://torinocronaca.it/news/torino/522251/prosciolto-il-colonnello-a-processo-per-concussione.html"]

L’indagine che ha condotto a questo procedimento giudiziario rappresenta uno sviluppo della più ampia operazione “Carminius”, incentrata sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nei territori di Carmagnola e Moncalieri. In quel contesto, diverse condanne sono già state inflitte a boss e affiliati della criminalità organizzata. Il filone odierno è stato avviato a settembre scorso e coordinato dai pubblici ministeri Paolo Toso e Marco Sanini. Durante l’udienza odierna, il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile anche da parte della Regione Piemonte e del Comune di Carmagnola, che si ritengono a loro volta danneggiati dalla presenza e dall’azione delle cosche nel territorio.

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