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Celebrazioni

Ma perché San Giovanni è il patrono di Torino? Ecco tutta la storia

Accade nel lontano 602 quando il re longobardo Aginulfo fece costruire una chiesa in onore del santo: il Duomo

San Giovanni

La parata

Ha scelto un patrono di prestigio il capoluogo sabaudo come suo protettore. Sì perché qui si parla di San Giovanni Battista, la cui nascita si fa risalire alla fine del I secolo a.c., una delle figure di massimo rilievo dei Vangeli. Ma come mai proprio lui è diventato il simbolo della città della Mole. Il tutto nasce nella notte dei tempo, ossia, nel 602 quando il re Longobardo Aginulfo fece costruire una chiesa in onore del santo, l’attuale Duomo di Torino. Sembra che ciò accade in occasione dell'arrivo a Torino un piccolo frammento di alcune reliquie del santo che, al tempo, era già patrono di tutto il Regno Longobardo. Quando la chiesa fu terminata Aginulfo programmò una serie di celebrazioni, con balli, banchetti, canti e riti religiosi.

La festa si componeva di diversi rituali:

  • La processione e l’ostensione della reliquia di San Giovanni Battista;
  • La balloria, una serie di canti e balli che accompagnavano le ore precedenti alla grande festa serale;
  • La corsa dei buoi, una gara che si svolgeva nelle strade del Borgo Dora;
  • Il Farò, ovvero il falò serale nella piazza principale della città. La notte del 23 giugno era compito del figlio minore del principe regnante dare fuoco alla pira di legna. La festività cristiana è sempre stata legata anche ai riti pagani, in un miscuglio di tradizioni che da vita a una nottata a dir poco folkloristica.  La direzione in cui cade il toro dal farò indica se l’anno sarà favorevole o sfavorevole per Torino. Se il toro cade verso Sud, sarà un anno propizio; se cade verso Nord, sarà nefasto. Questa tradizione probabilmente deriva dal fatto che a Nord della pira si trova Palazzo Reale, quindi un rogo che cade verso la residenza dei regnanti sarebbe un cattivo presagio.
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