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L'evento

Notte di musica e fuochi per San Giovanni a Torino: tra fan in attesa e le proteste per il superconcerto

Un San Giovanni inedito: tra polemiche, sicurezza rafforzata e lo spettacolo unico del superconcerto tоrinese

Notte di musica e fuochi per San Giovanni a Torino: tra fan in attesa e le proteste per il superconcerto

La fila inizia a formarsi già dalle 16, ben cinque ore prima dell’inizio ufficiale dello show, e per fortuna ci sono i portici di via Po a proteggere i tanti accorsi per il superconcerto della serata dal caldo cocente pomeridiano. Vengono da altre città, come Alessandra, che ha raggiunto il fidanzato da Como, o anche da altri continenti, come Madelaine, da Manila (Filippine), qui in vacanza. Infine ci sono gli habitué, come Enza e Antonello: «qui per il mio omonimo Venditti», scherza lui. Per alcuni è la prima volta, per altri no. Questo San Giovanni è stato inedito da tanti punti di vista: il toretto rampante che “decide” - dopo più di 10 anni - di cadere dalla parte sbagliata, le misure di sicurezza rafforzate e la protesta dei commercianti, messi nelle condizioni di rimanere chiusi. In ultimo, ma di certo non meno importante, il concerto evento, che ha reso piazza Vittorio Veneto palinsesto Mediaset per una notte. Una due giorni di eventi lastricata di critiche perché il tutto, senza il main sponsor Stellantis (alias vecchia Fiat che, volente o nolente, molti torinesi continuano a considerare simbolo cittadino) probabilmente non sarebbe stato possibile e in piazza per il gran finale si è visto anche John Elkann accompagnato dalla moglie Lavinia Borromeo.

La superstizione dice che non è una buona cosa che il toro rampante in cima al farò di piazza Castello l’altra sera non sia caduto verso Porta Nuova. «Un risultato diplomatico, che forse rispecchia anche un po’ l’incertezza di questo periodo», ha affermato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo prima di lanciare, in serata, il sondaggio: “Cos’è Torino per voi?”. Ma ai torinesi ormai sembra importare poco. Soprattutto ai giovanissimi che canticchiano nell’attesa i testi di Tananai, o di Annalisa. O sgranocchiano delle patatine seduti a gambe incrociate sotto i portici, rigorosamente muniti di antizanzare e ventaglio, trepidanti per l’attesa. Sono in tantissimi, e proprio per questo il piano di sicurezza è stato ulteriormente rinforzato, con l’ampliamento delle zone “calde”. Oltre all’area che circonda piazza Vittorio - a cui si potrà accedere tramite i nove varchi laterali previsti - due zone “gialle”, delle sorta di “zone cuscinetto”, tra il cuore della piazza e il resto della città, a circolazione limitata. I settori monitorati in tempo reale tramite contapersone digitali così che, al raggiungimento della capienza massima, i varchi temporaneamente chiusi per evitare sovraffollamenti. Vietati vendita di bevande in vetro e metallo, superalcolici copra i 21 gradi e dehors.


Non sono mancate, nell’attesa degli spettacolari fuochi pirotecnici specchiati su Po, quest’anno a basso impatto ambientale, le polemiche. È riapparso lo striscione che attacca gli Elkann che, da una parte hanno finanziato con quasi 2 milioni l’evento, dall’altro lasciano Mirafiori a bocca asciutta. Mentre al varco di via Accademia Albertina almeno in dieci disabili hanno atteso inutilmente il loro turno per potere accedere. A denunciarlo il conduttore Tony Magliano: «Sono in possesso della tessere europea di disabilità, mi hanno detto che serviva una documentazione, ma lo trovo vergognoso».

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