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Scuola
01 Luglio 2025 - 21:41
Il mattino torrido davanti Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale, si apre con un bis di proteste. Oltre all’associazione pro-eutanasia Luca Coscioni, si sono dati appuntamento a partire dalle 10 anche i componenti del movimento Assemblea Scuola, contro i tagli nella scuola pubblica e il bonus nido 2025, che quest’anno ha escluso i baby parking e i nidi in famiglia, lasciando fuori ben 187 strutture in Piemonte.
No all’accorpamento
Le chiamano infatti le «scuole mostro», quelle che nascerebbero se i 15 istituti scolastici della Regione venissero davvero accorpati. Già lo scorso 17 giugno, davanti alla Città metropolitana, c’era stato un presidio contro l’ipotesi di fusione per ben sei istituti scolastici di Torino: Birago, Bodoni Paravia, Albe Steiner, Beccari, Zerboni e Peano. Il giorno dopo l’USR aveva confermato il dimensionamento: «Andrà avanti, invitiamo le scuole ad essere ragionevoli». Ieri, forti di una raccolta firme da 2mila firme, sono stati tanti a protestare. «Problema: periferie fragili. Soluzione: tagli alla scuola», recita uno dei tanti cartelli. Un altro mette nero su bianco i numeri della fusione: «Più di 180 studenti certificati, cioè con una qualche disabilità, nella stessa scuola, sono complessi da gestire», spiega Luisa Testa, un’insegnante.
«Strumento necessario a garantire stabilità - ha replicato sul dimensionamento l’assessora all’Istruzione Elena Chiorino -. Non vengono meno servizi». Sul punto si levano le opposizioni: «La scuola ha bisogno di investimenti», tuona la Nadia Conticelli (Pd), prima firmataria di un odg che chiede la sospensione della misura. Al fianco dei docenti, «senza istruzione non c’è futuro», anche Alice Ravinale (Avs).
Sì al bonus nido
Protestano anche tanti mamme e papà, con tanto di passeggini, per il taglio nido e baby parking, che in 35 comuni piemontesi sono l’unico servizio educativo disponibile. Una circolare nazionale dell’Inps, ha tagliato in tutta Italia 3.867 strutture, nonostante l’importo complessivo sia cresciuto. La Regione aveva subito promesso un intervento e l’incontro con Inps e Anci per valutare misure che permettessero la riammissione delle strutture escluse. «Voglio ribadire l’impegno concreto della Regione a fianco delle famiglie. Stiamo costruendo un sistema 0-6 solido, accessibile e radicato sui territori soprattutto dove l’unico servizio disponibile. L’obiettivo è quello di non lasciare indietro nessuno e continueremo a lavorare con serietà e impegno», dice Chiorino.
Il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco, con numerosi capigruppo e consiglieri, ha poi ricevuto le delegazioni, impegnandosi a "passare" il messaggio a Chiorino, stamattina assente.
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